60 anni di sacerdozio al servizio di diverse comunità francesi, per il sacerdote sammarinese figlio di emigrati che è stato festeggiato dai suoi concittadini. La cerimonia si è tenuta nella chiesa di Crolles (provincia dell’Isére). L'articolo, apparso su "Le Dauphiné Liberé", ricorda che Sergio Ghiotti è stato ordinato nell'agosto del 1956 e negli anni successivi è stato vicario a Vizille. Questo figlio di emigrati è nato a Brignoud il 6 giugno 1930 figlio di Marino e Adelaide Vercellino. Ha officiato in diverse parrocchie prima di diventare prete operaio ha occupato un lavoro per più di 22 anni come aiuto-curatore per curare i malati nel ospedale di Grenoble dal 1968 a 1990. La vocazione di prete –operaio gli è venuta quando lui aveva una parrocchia in una vallata scura dove c'erano delle acciaierie con più di 500 famiglie. "Il lavoro era duro e mi sono detto: per avvicinare queste famiglie devi lavorare anche tu come loro ed è cosi che per più di 25 anni ed ho proseguito questa strada di prete operaio - ricorda Ghiotti - lavorando dopo negli ospedali di Grenoble come aiuto-curatore essendo sicuramente single molti mi facevano delle domande e gli spiegavo il come e il perché e tutti hanno capito benissimo la mia vocazione ho fatto anche il tesoriere di un sindacato"
Le figure di preti lavoratori non ci sono più anche se l’esempio - ricorda il sacerdote - mi è arrivato da Gesù che fino a 30 anni ha lavorato come falegname". La Comunità dei sammarinesi di Grenoble conosce bene Sergio (per loro è Sergio non padre Sergio), riferisce René Rastelli, perché da quando è in pensione può di nuovo partecipare alle manifestazioni organizzate dalla comunità essendo sempre all’ascolto dei suoi concittadini. Così come gli piace la musica romagnola.
Le figure di preti lavoratori non ci sono più anche se l’esempio - ricorda il sacerdote - mi è arrivato da Gesù che fino a 30 anni ha lavorato come falegname". La Comunità dei sammarinesi di Grenoble conosce bene Sergio (per loro è Sergio non padre Sergio), riferisce René Rastelli, perché da quando è in pensione può di nuovo partecipare alle manifestazioni organizzate dalla comunità essendo sempre all’ascolto dei suoi concittadini. Così come gli piace la musica romagnola.
Riproduzione riservata ©