Proiezione unica, domani alle 21, per il film Full of Grace al Cinema Settebello di Rimini.
Durante la serata, organizzata dalle associazione Il Portivo del Vasaio e Stalker, si avrà la possibilità di ascoltare la voce del regista, che risponde ad alcune domande sul film.
“Full of Grace” ci immerge nella personalità della donna più famosa e venerata del mondo e ci permette di cogliere la nascita stessa del cristianesimo e della Chiesa, per farci rendere conto che i grandi turbamenti di oggi non sono così lontani da quei primi 10 anni di vita della comunità. Con profondità di dialoghi, immagini scarne ed essenziali ma fortemente suggestive, la pellicola permette di immedesimarsi con il problema di sempre: come essere certi che Cristo è presente e contemporaneo? Il film ci mostra un Pietro incerto e in difficoltà, a fronte delle numerose interpretazioni su come si dovesse seguire Cristo. Interpretazioni che si erano da subito diffuse. Si rifiuta di entrare in questa disputa. Sa bene che non è questo il cammino iniziato da Cristo. E tuttavia è rattristato. Non crede di essere in grado di reggere la responsabilità di cui è caricato: la guida della nascente comunità. Maria lo riporta al suo compito vero, lo stesso di ogni uomo: non, in primo luogo, “guidare la Chiesa”, ma seguire Cristo, vivo in mezzo ai suoi.
“Volevo scoprire una storia e scavare nell’umanità di questi personaggi in un modo che permettesse un incontro del cuore con Cristo”, spiega ancora il regista, “che permettesse un momento in cui l’idea della religione e l’idea di Cristo fossero tolte per un attimo dalle analisi della testa e messe nei cuori”.
Sotto un estratto
Durante la serata, organizzata dalle associazione Il Portivo del Vasaio e Stalker, si avrà la possibilità di ascoltare la voce del regista, che risponde ad alcune domande sul film.
“Full of Grace” ci immerge nella personalità della donna più famosa e venerata del mondo e ci permette di cogliere la nascita stessa del cristianesimo e della Chiesa, per farci rendere conto che i grandi turbamenti di oggi non sono così lontani da quei primi 10 anni di vita della comunità. Con profondità di dialoghi, immagini scarne ed essenziali ma fortemente suggestive, la pellicola permette di immedesimarsi con il problema di sempre: come essere certi che Cristo è presente e contemporaneo? Il film ci mostra un Pietro incerto e in difficoltà, a fronte delle numerose interpretazioni su come si dovesse seguire Cristo. Interpretazioni che si erano da subito diffuse. Si rifiuta di entrare in questa disputa. Sa bene che non è questo il cammino iniziato da Cristo. E tuttavia è rattristato. Non crede di essere in grado di reggere la responsabilità di cui è caricato: la guida della nascente comunità. Maria lo riporta al suo compito vero, lo stesso di ogni uomo: non, in primo luogo, “guidare la Chiesa”, ma seguire Cristo, vivo in mezzo ai suoi.
“Volevo scoprire una storia e scavare nell’umanità di questi personaggi in un modo che permettesse un incontro del cuore con Cristo”, spiega ancora il regista, “che permettesse un momento in cui l’idea della religione e l’idea di Cristo fossero tolte per un attimo dalle analisi della testa e messe nei cuori”.
Sotto un estratto
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