Calvagna, Roma ce l'ha dentro da sempre: è addirittura il nipote di Lamberto Maggiorani, l'Antonio protagonista di “Ladri di Biciclette” di De Sica. Cinema e realtà si confondono anche oggi nella Capitale, tra Cinecittà e il Serpentone di Corviale, il neorealismo verista e pasoliniano ci stanno a pieno dentro le pellicole crude e brusche sulle borgate e le nuove periferie esistenziali del regista romano. Il copione è un canovaccio giornaliero, che sviluppa la storyline dentro la testa del filmmaker, le scene fanno muovere gli attori di strada come in una GOMORRA romana dove i giovanissimi vogliono fare di ogni dovere un loro egoistico diritto negativo: la morte senza speranza dell'adolescenza. Famiglie e quartiere d'origine contano ma poi ognuno sceglie la propria strada facendo della normalità magari in palestra, nello sport o sul lavoro, la vera vittoria della vita sulla morte, appunto: e in tanti ce la fanno... Far soldi e godere il “benessere” (anche le ragazze si prostituiscono ed entrano nel gioco per denaro e vizi) sono le linee guida della nuova manovalanza criminale capitolina e il cinema può aiutarci a comprenderle e a guarirle.
fz