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Il cinema 'circense' delle donne italiane

Jasmine Trinca, giurata al concorso, sulla Croisette anche da regista con una coproduzione RAI, “MARCEL!”, un'opera in parte autobiografica sul significato interiore dell'arte

di Francesco Zingrillo
26 mag 2022

Era arrivata a Cannes nel 2001 giovanissima protagonista con Nanni Moretti per cominciare un percorso che dopo 21 anni la porta alla regia da autrice di un soggetto che condivide con l'altra attrice italiana molto amata dai francesi: Alba Rohorwacher, protagonista con un cagnolino circense di MARCEL!: “ricorda che all'arte si deve la vita”. Jasmine da tempo coltivava il desiderio di stare dietro alla macchina da presa come altre sue colleghe. Un soggetto sul ricordo personale tra crudeltà, infanzia e fantasia. Gioia e dolori di una ragazzina diventata donna si porta dentro la bambina che era (e che è, almeno artisticamente). L'influenza di Fellini onirico circense e Chaplin col suo “Il Monello”, che si chiama MARCEL!. Una madre distratta e una figlia cosi 'materna' da proteggerla a tutti i costi. Un inquieto cammino al femminile dove la regista stessa “cammina, si aggira, perdendosi e ritrovandosi continuamente”. Come nel suo primo cortometraggio veneziano del 2020, “BEING MY MUM”, ha la madre dentro. Copione in cui intimo e assoluto sono le cifre dalla sceneggiatura di Francesca Manieri. Alba, invece, è una Buster Keaton arrabbiata... cane e padrona a volte si confondono.

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