Nel lavoro di ricerca e denuncia del regista Fiore Angelini c'è un Pasolini politico vivo dal 1960 e un Pasolini omosessuale scandalo morale morto nel 1975. Dopo l'omicido all'idroscalo di Ostia di cui si autoaccusa un “ragazzo di strada”, Pino Pelosi, la verità galleggerà su un mare di fango fino ai giorni nostri. Una colpa infinità imputata all'intellettuale e artista di cultura cristiana, iscritto al PCI, fustigatore del potere costituito (democratico e borghese). Una morte violenta in cronaca nera piena di falsità, depistaggi, e dubbi: un oblio inesorabilmente politico.