La storia della Basilica, uno dei più importanti monumenti sammarinesi, legato intimamente all’identità dello Stato, è piena di curiosità nascoste. Le ha illustrate, durante il weekend, l’architetto Renzo Broccoli con visita guida negli interni più inconsueti e meno frequentati, in occasione dell’assemblea del FAS (Fondo Ambiente Sammarinese, presidente Mara Verbena).
La prima sorpresa arriva subito dietro l’abside, con una saletta usata dai Capitani Reggenti una volta all’anno, il 5 febbraio, in attesa della processione di Sant’Agata. Da sempre è usanza che i Capi di Stato lascino un loro messaggio. Ma solo recentemente è stato istituito un libro. Fino ad allora, i messaggi venivano scritti sui muri, che ora raccontano impressioni e messaggi di oltre 270 di storia.
Ma altri muri sono pieni di graffiti. Quelli delle soffitte, nel corridoio sopra l’abside, che è anche la rampa di accesso per la volta della Basilica. E’ sempre stata tradizione che gli operai addetti alla manutenzione lasciassero la firma e la data dei loro interventi, tuttora leggibili tra i fitti tendaggi di ragnatele. In soffitta si possono ancora vedere i sistemi di gestione della chiesa quando ancora non c’era la corrente elettrica e gli splendidi lampadari di Murano (tutti spariti) dovevano essere calati per l’accensione delle candele. Altra curiosità riguarda i fregi e i rosoni della volta, che sono stati realizzati dalle famiglie sammarinesi dell’epoca e poi applicati al solaio dalle maestranze. Gli stampi sono ancora conservati in un angolo della soffitta.
Sono solo piccoli esempi di una storia che si snoda dal lontano Medioevo: 1133, data di dedicazione dell’altare; XVI secolo, le modifiche di Monsignor Sormani; XIX secolo, il rifacimento totale della Pieve che diventa Basilica. E’ con quest’ultimo intervento che le pareti interne vengono rivestire di marmorino color ocra, tirato a cera e lucidato con ferro a caldo. L’immagine doveva essere sorprendente, luminosa e dorata, ben diversa dalla pittura odierna.
La storia sconosciuta della Basilica ha destato talmente tanto interesse che è intenzione del FAS ripeterla prossimamente anche per un pubblico più vasto, includendo nella visita anche la chiesetta di San Pietro. Durante l’assemblea, il FAS ha fatto il punto sul progetto di musealizzazione della Tanaccia, il sito archeologico scoperto negli anni Ottanta, le cui fasi di realizzo dovrebbero partire quanto prima.
La prima sorpresa arriva subito dietro l’abside, con una saletta usata dai Capitani Reggenti una volta all’anno, il 5 febbraio, in attesa della processione di Sant’Agata. Da sempre è usanza che i Capi di Stato lascino un loro messaggio. Ma solo recentemente è stato istituito un libro. Fino ad allora, i messaggi venivano scritti sui muri, che ora raccontano impressioni e messaggi di oltre 270 di storia.
Ma altri muri sono pieni di graffiti. Quelli delle soffitte, nel corridoio sopra l’abside, che è anche la rampa di accesso per la volta della Basilica. E’ sempre stata tradizione che gli operai addetti alla manutenzione lasciassero la firma e la data dei loro interventi, tuttora leggibili tra i fitti tendaggi di ragnatele. In soffitta si possono ancora vedere i sistemi di gestione della chiesa quando ancora non c’era la corrente elettrica e gli splendidi lampadari di Murano (tutti spariti) dovevano essere calati per l’accensione delle candele. Altra curiosità riguarda i fregi e i rosoni della volta, che sono stati realizzati dalle famiglie sammarinesi dell’epoca e poi applicati al solaio dalle maestranze. Gli stampi sono ancora conservati in un angolo della soffitta.
Sono solo piccoli esempi di una storia che si snoda dal lontano Medioevo: 1133, data di dedicazione dell’altare; XVI secolo, le modifiche di Monsignor Sormani; XIX secolo, il rifacimento totale della Pieve che diventa Basilica. E’ con quest’ultimo intervento che le pareti interne vengono rivestire di marmorino color ocra, tirato a cera e lucidato con ferro a caldo. L’immagine doveva essere sorprendente, luminosa e dorata, ben diversa dalla pittura odierna.
La storia sconosciuta della Basilica ha destato talmente tanto interesse che è intenzione del FAS ripeterla prossimamente anche per un pubblico più vasto, includendo nella visita anche la chiesetta di San Pietro. Durante l’assemblea, il FAS ha fatto il punto sul progetto di musealizzazione della Tanaccia, il sito archeologico scoperto negli anni Ottanta, le cui fasi di realizzo dovrebbero partire quanto prima.
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