“Procederemo anche noi alla ratifica dell'accordo; si tratta di un atto parlamentare, e ci impegniamo ad avviare – in tempi medi – l'apposito iter consiliare”. Così il segretario di Stato Morganti, impegnato – in queste ore – in un evento culturale a Trento. La Convenzione europea sulla protezione del patrimonio archeologico venne firmata a Malta, dagli Stati membri del Consiglio d'Europa, nel '92; tra le altre cose formula orientamenti sul finanziamento dei lavori di scavo, di ricerca e di pubblicazione dei risultati ottenuti. Riguarda principalmente le modalità di collaborazione tra archeologi, urbanisti e pianificatori. Uno strumento prezioso, insomma, per la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico di un Paese. E stupisce che l'Italia – lo Stato di gran lunga più ricco al Mondo di siti archeologici di valore inestimabile – non abbia ancora ratificato, insieme al Titano, questo accordo. Un apposito disegno di legge – tuttavia – è appena stato depositato alla Camera dei Deputati, e l'approvazione potrebbe giungere in tempi brevi. “In Repubblica – ricorda comunque Morganti – abbiamo già regole estremamente efficaci. La prova si è avuta durante i lavori di un privato a Santa Mustiola, quando si scoprì – nel suo appezzamento di terra – una capanna villanoviana opportunamente tutelata e valorizzata”.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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