Maria e Ingvar sono sposati e allevano pecore nei boschi tra pascoli montani islandesi. Hanno perso una bambina. Un giorno dopo una tormenta una delle pecore partorisce un'agnellina dalle sembianze macabre: neonata con testa e braccio da pecora su un corpo umano. Una specie di minotauro ovino che subito i coniugi adottano chiamandola Ada. La crescono fino al punto di non ritorno... il segreto del nome e l'incredulità nel colpo di scena finale. Horror e racconto popolare nordico in un cult islandese che supera Lynch per suspense e chiusa mozzafiato. Paesaggi e ambientazioni particolari aiutano la narrazione lenta e fredda che per l'assenza di dialoghi sposta la visione sugli animali. Ada ci fa accettare la figura ibrida ormai più bambina che animale (gatto e cane di casa non la accettano) almeno fino all'epilogo. Effetti speciali mirati e centellinati accompagnano le tre parti del racconto alla paura in piccole dosi fino al dramma sospeso che lascia lo spettatore attonito per giorni...
fz