Un dramma della disperazione di famiglia circoscritto al rapporto figlia/padre malato. Amore isolato e stretto, sordo e schietto, pieno di dolore. Una pellicola in cui la Sardegna è un'area chiusa sottoposta alla servitù militare. ANITA, orfana di madre, vuole salvare il genitore colpito dalla leucemia fulminante: ha bisogno di un trapianto di midollo nel bel mezzo del nulla. Il nonno non è compatibile e lo zio Gaetano da anni cova rancore verso il fratello e i due non si parlano per orgoglio. Lei ama: li vuole a tutti i costi insieme. Le dinamiche sociali e arcaiche però sono contro la ragazza. Spazi e angoli di mare incontaminati sono lo scenario ideale per i ritmi di vita dei protagonisti. Pudore, chiusure e speranze. Poi lungo la vicenda lo scotto dei mezzi militari (visti come un'occupazione, un sopruso alla bellezza) e della contaminazione della vite... l'inquinamento rurale e la morte dei cuori. Anita chiama il babbo che lotta, Jacopo. Diventa donna in fretta cercando i legami di sangue per la sopravvivenza... Di solito le donne tacciono per educazione ma L'AGNELLO sacrificale è lì a testimoniare la speranza di un' intera isola.
fz