“Deserance” è il desiderio di resistere nonostante l'erranza dei nostri giorni in un “continuum” registico applicato alla lirica e alla coreografia aperte alla teatralità circense. L'archetipo del viaggio senza fine ma con una meta da cercare: la poesia della vita. Lo spettacolo è senza schemi prefissati (aperto all'imprevisto creativo) nell'arte di stupire con le tecniche: palo cinese, cerchio aereo, trapezio e ruota cyr in un unico grande anello. L'azione ha qualcosa di goliardico nell'approccio lirico. Una sottile ironia di chi vola... con i piedi ben piantati per terra, all'occorrenza. L'individualità è sostenuta dal collettivo: il sé dell'attore è un tutt'uno con lo spettatore e il noi della compagnia: l'implosione artistica è un'esplosione all'interno del gruppo.