Passeggi per le vie di Tirana - tra l’odore di carburante, cantieri aperti e suonatori di strada - e incontri un edificio d’altri tempi: l’ex Ambasciata di Jugoslavia, uno dei punti espositivi di Mediterranea18. Entri e lo spazio è sventrato: pavimenti da rifare, tutto da ricostruire. Per le stanze, le opere dei giovani artisti della Biennale. Fissata al muro, un’installazione legata al concetto di “accessibilità”, agli ambienti della casa così come alla dimensione intima della persona. Oppure il ricordo della diaspora albanese, con un microfono che fa ascoltare, a rotazione, stazioni radio da diverse parti del mondo. L’Albania, Paese emergente dei Balcani, non dimentica il passato. Vicino al Municipio c’è il punto d’accesso a un bunker costruito nel periodo comunista. Corridoi sotterranei, una macchina da scrivere che sembra viva, camere di decontaminazione. Poco più in là, tra i cartelli di lavori in corso, il Museo di Storia nazionale, dove espone anche San Marino, con le creazioni di Valerio Conti e la sua “In The Corner”, dedicata al tema della accumulo. Il gruppo di studenti del corso di Design dell’Università del Titano guidato da Francesco Mancuso ha costruito “A House Is Not a Home”, per ragionare sulla differenza tra la casa come struttura e la casa come insieme dei valori vissuti al suo interno. Tra gli ambienti artificiali e quelli naturali viaggiano le rappresentazioni della Galleria d’Arte Moderna. Luoghi utilizzati dalle persone per fare sport, per gli hobby, per vivere. Ma anche i luoghi dei ricordi, richiamati dal modellino di una casa, da fotografie, fino a immagini impresse sulla superficie di spugne abrasive. Fuori dalle mura dei musei, la musica della Biennale, dalla performance alla jam session.
Da Tirana
Mauro Torresi
Fabio Barone
Da Tirana
Mauro Torresi
Fabio Barone
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