Miroslav Mandić ha scritto e sceneggiato un copione sull'amore anziano al tempo della malattia, che fa paura (Alzheimer). Due vecchi ancora uniti dalla stessa devastante e lenta (inesorabile e silenziosa) patologia vivono fino in fondo una relazione di coppia persi tra memoria, istinto e stupore bambino. Il morbo tace ma non è capace di amare... Risuona Sanremo e Gigliola Cinquetti che nel 1964 canta: “non ho l'età”. Bruno e Duša (spirito, anima nelle ligue slave) costretti in clinica ogni santo giorno si incontrano e ogni volta s'innamorano per poi dimenticarsene. Ogni mattina flirtano come la prima volte mentre, a volte, non si guardano nemmeno (tra loro cala il buio e il silenzio) ma sussiste sempre qualcosa che la realtà e la malattia non possono spiegare: la devozione del tempo.