Celebrare la giornata mondiale dell’acqua significa ricordare quanti, sul pianeta, soffrono la sete. Significa pensare alle donne africane che macinano chilometri dai pozzi alle case con pesanti secchi sulle loro teste. Significa, almeno per un giorno, non dare per scontato questo bene vitale, che viene sprecato ogni minuto, ogni secondo. E’questa la grande sfida del futuro. E nel 2030 si prevede che servirà almeno il 14% d'acqua in più solamente per alimentare i campi. Impossibile, oggi, non fermarsi a pensare al prezzo che paga il progresso, con una società che nel suo continuo sviluppo vede trasformarsi in portatrice di morte ciò che fino a ieri era vita. E’ il caso dell’acqua radioattiva che sgorga dai rubinetti di Tokyo e dalle zone del disastro nucleare di Fukushima. Una riflessione anche sulle abitudini delle famiglie. Diminuisce, segnala l’Istat, il numero di chi acquista la minerale e aumentano i consumi di quella potabile. Per risparmio e comodità. Sul fronte sprechi è cresciuta l’attenzione dei sammarinesi, a dimostrazione di una maggiore sensibilità, anche merito di un percorso virtuoso intrapreso dall’Azienda dei Servizi. Il direttore dell’AASS Emanuele Valli spiega che da quattro anni si sta investendo molto nella comunicazione, con campagne sistematiche e informazione nelle scuole. Importante anche l’impegno delle associazioni sensibili alle tematiche ambientali. Con l’augurio che le buone abitudini si traducano in stile di vita.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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