Il trionfatore degli Oscar 2015 è sicuramente Birdman del regista messicano Alejandro Gonzalez Inarritu, un anno dopo i 7 Oscar dell'amico Alfonso Cuaron con Gravity. Il film ha ottenuto quattro statuette tra cui miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale e miglior fotografia in una cerimonia condotta per la prima volta da Neill Patrick Harris che se l'è cavata grazie alle sue doti canore e ad un umorismo affettuoso, ma non particolarmente graffiante. Meglio aveva fatto prima di lui Ellen De Generes.Birdman (o l'imprevedibile virtù dell'ignoranza), una black comedy sul mondo luccicante di Hollywood in conflitto con quello più snob e polveroso dei palcoscenici di Broadway ha per protagonista un attore (Michael Keaton) che ha raggiunto il successo planetario grazie a un supereroe dalle ali piumate, un uomo-uccello che ricorda l'uomo pipistrello. Anni dopo aver rinunciato a Birdman 4, Riggan Thomson ha adattato una celebre pièce di Raymond Carver e si prepara a debuttare a teatro come regista e protagonista. Ma a pochi giorni dalla prima i dubbi sul proprio talento, le insicurezze come padre e uomo e la paura di fallire lo precipitano sempre più in un vortice di fantasmi.
Un Oscar all'Italia. Un anno dopo l'Oscar per La grande bellezza di Paolo Sorrentino, un'altra bellezza italiana è premiata al Kodak Theater di Hollywod è quella dei costumi di Grand Budapest Hotel (quattro riconoscimenti in tutto, anche miglior colonna sonora a Alexandre Desplat, miglior trucco e parrucco e migliore scenografia) firmati dalla costumista torinese Milena Canonero alla sua quarta statuetta (la prima 39 anni fa per Barry Lyndon di Stanley Kubrick). La costumista ha ringraziato Wes Anderson con il quale ha lavorato a tre film: "Sei stato di grande ispirazione, sei come un direttore d'orchestra, un grande compositore, il nostro regista e il nostro ispiratore. Senza di te non avrei mai potuto realizzarlo".
Protagonisti. Nessun colpo di scena, previsioni completamente rispettate per le interpretazioni. Julianne Moore, assolutamente favorita alla vigilia, si è aggiudicata la statuetta per il suo ruolo di insegnante colpita dall'Alzheimer in Still Alice e ha ringraziato tra le lacrime sul palco scherzando anche sull'età: "Ho letto che un Oscar può allungarti la vita di cinque anni quindi grazie Academy perché mio marito è più giovane di me". Il miglior attore protagonista è stato decretato Eddie Redmayne per il suo ruolo in La teoria del tutto e aver prestato volto e corpo per raccontare lo straordinario percorso di Stephen Hawkins che ha ricordato nel suo discorso. Anche per lui un discorso emozionato ed emozionante quando ha promesso di fare da custode a questo riconoscimente che è anche per la famiglia dello scienziato.
Non protagonisti. La traduzione italiana suona poco lusinghiera, quella letterale sarebbe "attori in un ruolo di supporto". Eppure i premiati di questa categoria hanno avuto il loro momento di gloria sul palco dell'Academy. Patricia Arquette ha battuto una veterana come Meryl Streep (19 nomination), attrici più giovani come Emma Stone e Keira Knightley con il suo ruolo di madre in Boyhood e ha conquistato la platea con un discorso sull'eguaglianza femminile: "ringrazio tutti quelli che ci aiutano ad avere pari diritti. È difficile avere un'eguaglianza di stipendio per le donne negli Stati Uniti ed è ora che ne parliamo" ha concluso, tra gli applausi e l'esultanza di colleghe in sala come Meryl Streep e Jennifer Lopez. Il suo corrispettivo maschile è andato a J. K. Simmons premiato per il suo ruolo di inflessibile insegnante di batteria nel film indipendente Whiplash che dal Sundance è arrivato sul palco degli Oscar riuscendo ad accapparrare tre statuette (anche miglior montaggio e miglior mix del suono). Nel suo discorso di ringraziamento è riuscito a far ridere e commuovere rivolgendosi alla moglie e ai figli e invitando tutti quelli che hanno ancora i genitori a chiamare mamma e papà ("non mandate mail e sms, tirate su il telefono").
Il film straniero in Polonia, il cartoon alla Disney. Vince come miglior film straniero il polacco Ida di Pawel Pawlikowski, un film in bianco e nero ambientato nella Polonia comunista degli anni Sesssanta. "Come ho fatto a venire qui - si è chiesto il regista - un film in bianco e nero sul silenzio e la contemplazione". Pawlikosky ha dedicato il premio alla moglie scomparsa, così come ai suoi genitori, "siete completamente dietro questo film" e ai figli "voi siete il premio più bello". Big Hero 6 ha battuto a sorpresa Dragon Trainer 2, dato per favorito. Altra vittoria per Walt Disney Animation Studios che ha conquistato anche il premio per il miglior corto d'animazione. "Congratulazioni a tutti gli altri candidati, è stato un anno fenomenale per i film d'animazione, siamo privilegiati di essere qui in vostra compagnia", hanno commentato i registi dal palco del Dolby Theatre, ringraziando tra gli altri anche John Lasseter, "il miglior capo del mondo". Disney vince nella categoria per il secondo anno di seguito, dopo Frozen nel 2014.
(La Repubblica)
Un Oscar all'Italia. Un anno dopo l'Oscar per La grande bellezza di Paolo Sorrentino, un'altra bellezza italiana è premiata al Kodak Theater di Hollywod è quella dei costumi di Grand Budapest Hotel (quattro riconoscimenti in tutto, anche miglior colonna sonora a Alexandre Desplat, miglior trucco e parrucco e migliore scenografia) firmati dalla costumista torinese Milena Canonero alla sua quarta statuetta (la prima 39 anni fa per Barry Lyndon di Stanley Kubrick). La costumista ha ringraziato Wes Anderson con il quale ha lavorato a tre film: "Sei stato di grande ispirazione, sei come un direttore d'orchestra, un grande compositore, il nostro regista e il nostro ispiratore. Senza di te non avrei mai potuto realizzarlo".
Protagonisti. Nessun colpo di scena, previsioni completamente rispettate per le interpretazioni. Julianne Moore, assolutamente favorita alla vigilia, si è aggiudicata la statuetta per il suo ruolo di insegnante colpita dall'Alzheimer in Still Alice e ha ringraziato tra le lacrime sul palco scherzando anche sull'età: "Ho letto che un Oscar può allungarti la vita di cinque anni quindi grazie Academy perché mio marito è più giovane di me". Il miglior attore protagonista è stato decretato Eddie Redmayne per il suo ruolo in La teoria del tutto e aver prestato volto e corpo per raccontare lo straordinario percorso di Stephen Hawkins che ha ricordato nel suo discorso. Anche per lui un discorso emozionato ed emozionante quando ha promesso di fare da custode a questo riconoscimente che è anche per la famiglia dello scienziato.
Non protagonisti. La traduzione italiana suona poco lusinghiera, quella letterale sarebbe "attori in un ruolo di supporto". Eppure i premiati di questa categoria hanno avuto il loro momento di gloria sul palco dell'Academy. Patricia Arquette ha battuto una veterana come Meryl Streep (19 nomination), attrici più giovani come Emma Stone e Keira Knightley con il suo ruolo di madre in Boyhood e ha conquistato la platea con un discorso sull'eguaglianza femminile: "ringrazio tutti quelli che ci aiutano ad avere pari diritti. È difficile avere un'eguaglianza di stipendio per le donne negli Stati Uniti ed è ora che ne parliamo" ha concluso, tra gli applausi e l'esultanza di colleghe in sala come Meryl Streep e Jennifer Lopez. Il suo corrispettivo maschile è andato a J. K. Simmons premiato per il suo ruolo di inflessibile insegnante di batteria nel film indipendente Whiplash che dal Sundance è arrivato sul palco degli Oscar riuscendo ad accapparrare tre statuette (anche miglior montaggio e miglior mix del suono). Nel suo discorso di ringraziamento è riuscito a far ridere e commuovere rivolgendosi alla moglie e ai figli e invitando tutti quelli che hanno ancora i genitori a chiamare mamma e papà ("non mandate mail e sms, tirate su il telefono").
Il film straniero in Polonia, il cartoon alla Disney. Vince come miglior film straniero il polacco Ida di Pawel Pawlikowski, un film in bianco e nero ambientato nella Polonia comunista degli anni Sesssanta. "Come ho fatto a venire qui - si è chiesto il regista - un film in bianco e nero sul silenzio e la contemplazione". Pawlikosky ha dedicato il premio alla moglie scomparsa, così come ai suoi genitori, "siete completamente dietro questo film" e ai figli "voi siete il premio più bello". Big Hero 6 ha battuto a sorpresa Dragon Trainer 2, dato per favorito. Altra vittoria per Walt Disney Animation Studios che ha conquistato anche il premio per il miglior corto d'animazione. "Congratulazioni a tutti gli altri candidati, è stato un anno fenomenale per i film d'animazione, siamo privilegiati di essere qui in vostra compagnia", hanno commentato i registi dal palco del Dolby Theatre, ringraziando tra gli altri anche John Lasseter, "il miglior capo del mondo". Disney vince nella categoria per il secondo anno di seguito, dopo Frozen nel 2014.
(La Repubblica)
Riproduzione riservata ©