Intanto il film sul papa non è un BIOPIC (biografia e film) ma una edizione di sala del film per la tv in 4 parti (oggi diciamo fiction o tv-movie: sceneggiatone 'storico' all'italiana) di circa 50 minuti cadauna che vedremo su CANALE 5 tra un anno circa. Tagliato, rimontato, ridotto, parte dalla fine col conclave e finisce inevitabilmente nei repertori originali del PAPA FRANCESCO come lo conosciamo noi e molto meno loro: gli argentini.
Il lavoro garbato ed essenziale (all'inglese con mano italianissima...) di LUCCHETTI sul primo papa gesuita della storia col nome del più grande santo (povero) della storia, va. Il regista, noto per IL PORTABORSE e MIO FRATELLO E' FIGLIO UNICO, dichiaratamente laico e non credente mai laicista, intriga, incuriosisce infine piace: si sotto, sotto, garba a tutti perché parla dell'umanità del papa italiano d'origine, argentino da “fine del mondo”, più popolare della terra.
La storia è in pratica tutta sugli anni 1976-81 dei militari. La dittatura prima borghese poi violenta e virulenta di VIDELA contrastata dai GESUITI e meno dalla CHIESA “official”, almeno sulla carta. Siccome i preti sono tutti di strada e incontrando la nostra umanità sono in cammino il primo stridente problema per VALSECCHI produttore e gli sceneggiatori è proprio questo: come far collimare il prudente giovane PROVINCIALE GESUITA Bergoglio con il maturo prete in missione tra la gente e conseguentemente il vescovo ausiliare metropolita già nominato e votato più volte come cardinale autorevolissimo in più conclavi.
La messa in onda integrale televisiva farà giustizia delle parzialità. Il cronista segnala umilmente, dopo la visione in anteprima anche in spagnolo e sottotitolata in inglese come la copia spedita a OBAMA, che Bergoglio è femminista e ama le donne, davvero, come Gesù. Porta con sé, in tasca, il rosario e prega insegnandoci a pregare (come e quando vogliamo) sulla scia (alla sequela) del SANTO Papa Karol. E che nella vita arriva sempre “una seconda conversione” e la possibilità di una nuova missione riassumibile in: UNA VOLTA CREDEVO IN DIO ADESSO CREDO SOLO IN DIO.
fz
Il lavoro garbato ed essenziale (all'inglese con mano italianissima...) di LUCCHETTI sul primo papa gesuita della storia col nome del più grande santo (povero) della storia, va. Il regista, noto per IL PORTABORSE e MIO FRATELLO E' FIGLIO UNICO, dichiaratamente laico e non credente mai laicista, intriga, incuriosisce infine piace: si sotto, sotto, garba a tutti perché parla dell'umanità del papa italiano d'origine, argentino da “fine del mondo”, più popolare della terra.
La storia è in pratica tutta sugli anni 1976-81 dei militari. La dittatura prima borghese poi violenta e virulenta di VIDELA contrastata dai GESUITI e meno dalla CHIESA “official”, almeno sulla carta. Siccome i preti sono tutti di strada e incontrando la nostra umanità sono in cammino il primo stridente problema per VALSECCHI produttore e gli sceneggiatori è proprio questo: come far collimare il prudente giovane PROVINCIALE GESUITA Bergoglio con il maturo prete in missione tra la gente e conseguentemente il vescovo ausiliare metropolita già nominato e votato più volte come cardinale autorevolissimo in più conclavi.
La messa in onda integrale televisiva farà giustizia delle parzialità. Il cronista segnala umilmente, dopo la visione in anteprima anche in spagnolo e sottotitolata in inglese come la copia spedita a OBAMA, che Bergoglio è femminista e ama le donne, davvero, come Gesù. Porta con sé, in tasca, il rosario e prega insegnandoci a pregare (come e quando vogliamo) sulla scia (alla sequela) del SANTO Papa Karol. E che nella vita arriva sempre “una seconda conversione” e la possibilità di una nuova missione riassumibile in: UNA VOLTA CREDEVO IN DIO ADESSO CREDO SOLO IN DIO.
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