L'universo coniugale nel rapporto di coppia intimo e sentimentale al limite della battaglia personale si traduce in PARLAMI D'AMORE tra affetto e battibecco dopo una notte di litigi e rappresaglie vince l'ironia... perché la verità, così, non si sa mai dove sta!? La realtà, però, tra psicologia e anima serpeggia per tutta la commedia anche in platea: il pubblico conosce bene certi schemi comportamentali , e Philippe Claudel lo sapeva bene figurarsi il regista-attore Francesco Branchetti come 'pazzo' in scena perché la (sua) regia è avulsa dal gioco recitativo delle parti ma ne fa parte (almeno qui). Il privato e una relazione è sempre un incontro (in due tempi della pièce) anche se la commedia è molto cruda in sala continua fino alla fine a far pensare: è sempre andata così, si sta insieme comunque, ci si ama in questo modo nonostante i punti di vista, diversi. C'è ancora tanto candore nell'amarsi (senza odiarsi) per allegria lo conferma la traduzione creativa del testo di Claudel fatta da David Conati.