D'Agostin, miglior performer under 35 nel 2018, con questo lavoro partecipa alla Biennale Danza di Venezia in una coreografia che spinge sul limite: il fine ultimo. Avalanche (in inglese e francese), Valanga in 5 lingue... Due esseri umani sono 'cose' che portano sulle spalle la loro millenaria tristezza come polvere (antica) d'archivio in blocchi di ghiaccio (atlanti). Un “occhio ciclopico” li osserva attentamente con voracità. Sguardi, luce di un colore mai visto che brucia tutto. Sabbia, semi e terra, e il movimento (un cammino) nuovo dopo che ogni documento (carta o file) sarà andato distrutto. La VALANGA di paure esprime ancora una volta il nostro tempo perduto ed è il motore della memoria e della poesia che si esprimono in un gesto: la danza. Un balletto, un tremito, i suoni in cui il danzatore riconosce lo spettatore.
fz
Intervista con Marco D'Agostin Performer-Scenografo