Per la prima della Scala va in scena la protesta. Ancora contro il decreto Gelmini, gli studenti dei collettivi rispondono con i fumogeni alle cariche della Polizia. Addetti e personalità dello spettacolo e dei primi teatri alzano striscioni contro i tagli. Su tutti Moni Ovadia: “La cultura non è spreco; restituisce tutto quello che riceve”. Presidi fuori dal Piermarini, mentre in sala il direttore scaligero Daniel Barnboim anticipa l’inno d’Italia, in omaggio al presidente Napolitano, leggendo l’articolo 9 della Costituzione, sulla promozione della cultura e della ricerca scientifica. Una prima all’insegna dell’austerity - nonostante le 3000 rose bianche e i 3.500 garofani a coreografia – e che per la prima volta allarga la sua platea: maxischermo in galleria, diretta tv e in 360 cinema nel mondo per “La Valchiria” di Wagner - secondo capitolo della tetralogia dell’Anello del Nibelungo. Allestimento firmato Guy Cassiers, eclettico e tecnologico: ha rivoluzionato il linguaggio teatrale. Daniel Barenboim a dirigere alcune delle migliori voci wagneriane.
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