In “No Mas – La mia vita” lo scrittore Fabio De Santis racconta le infinite traiettorie di un pugile campione del mondo: dalle luci del successo al crollo fino all’ennesima ricostruzione.
Dal tetto del mondo al carcere, dal successo grazie ai pugni alla follia di un gesto sconsiderato coltello alla mano, dall’incidente che gli stronca la carriera alle minacce di suicidio quando gli impediscono di tornare sul ring: nei quasi 60 anni di Loris Stecca, pugile romagnolo, campione italiano ed europeo dei pesi piuma e numero uno al mondo dei supergallo WBA, ci sono “tante e differenti vite” e a raccogliere i racconti di tutte quante ci ha pensato Fabio De Santis, in “No mas – La mia vita”, la prima biografia del campione romagnolo, pubblicata da Ultrasport.
De Santis lavora come R&D Manager per Italian Exhibition Group SpA, scrive da sempre di cinema e sport. Tra i suoi successi “Io ce la potevo fare. Storie di eterni secondi dello sport, mediocri con il cuore, talenti sprecati”.
“No Mas”, “Ora basta” come le parole con cui si arrende il domenicano Leo Cruz il 22 febbraio 1984 a Milano, la notte in cui Loris diventa campione del mondo dei supergallo WBA, primo italiano a conquistare la prestigiosa cintura. E le stesse parole rimbombano nella mente del pugile quasi vent’anni dopo, il 27 dicembre 2013, quando accoltella all’addome, con una lama lunga 20 centimetri, la socia con cui aveva aperto nella sua città, Rimini, una palestra che portava il suo nome: due anni dopo il tribunale lo condannerà a 8 anni e 6 mesi di carcere.
Tra questi due “No Mas” Loris è stato tutto e il suo contrario, e Fabio De Santis ha cercato di racchiudere tutte queste infinite sfaccettature in un libro che, come richiesto dallo stesso Stecca, non fosse “la solita biografia, un coccodrillo, un elogio funebre” ma che avesse “la forma e la vitalità di una conversazione” e “la forza del vissuto”: sfogliando le pagine di No Mas si scorre quindi l’album della vita, anzi delle vite, di Stecca senza un ordine cronologico “ma inseguendo quasi i capitoli, i racconti quasi finiti”. Tutti pezzi di una esistenza “di cui ancora non si possono tirare le fila e su cui ancora Loris ha molto da costruire”.
Raccontando a De Santis i suoi primi 50 anni, il pugile ha preparato la strada per i 55 successivi (perché “io morirò a 105 anni”, è la premessa con cui si apre No Mas): una vita, l’ennesima di Stecca, che riparte dalla famiglia, dalla fede ritrovata e dal ritorno sul ring, ma come insegnante per gli avventori di uno stabilimento balneare – dove Loris non disdegna di lavare piatti o servire caffè in caso di necessità.
La vita pubblica di Loris Stecca riparte mercoledì 25 luglio, alla Feltrinelli di Largo Giulio Cesare a Rimini a partire dalle 18.30, quando il pugile parteciperà alla prima presentazione della sua biografia “No Mas – La mia vita” insieme all’autore Fabio De Santis, insieme a Cesare Trevisani.
Dal tetto del mondo al carcere, dal successo grazie ai pugni alla follia di un gesto sconsiderato coltello alla mano, dall’incidente che gli stronca la carriera alle minacce di suicidio quando gli impediscono di tornare sul ring: nei quasi 60 anni di Loris Stecca, pugile romagnolo, campione italiano ed europeo dei pesi piuma e numero uno al mondo dei supergallo WBA, ci sono “tante e differenti vite” e a raccogliere i racconti di tutte quante ci ha pensato Fabio De Santis, in “No mas – La mia vita”, la prima biografia del campione romagnolo, pubblicata da Ultrasport.
De Santis lavora come R&D Manager per Italian Exhibition Group SpA, scrive da sempre di cinema e sport. Tra i suoi successi “Io ce la potevo fare. Storie di eterni secondi dello sport, mediocri con il cuore, talenti sprecati”.
“No Mas”, “Ora basta” come le parole con cui si arrende il domenicano Leo Cruz il 22 febbraio 1984 a Milano, la notte in cui Loris diventa campione del mondo dei supergallo WBA, primo italiano a conquistare la prestigiosa cintura. E le stesse parole rimbombano nella mente del pugile quasi vent’anni dopo, il 27 dicembre 2013, quando accoltella all’addome, con una lama lunga 20 centimetri, la socia con cui aveva aperto nella sua città, Rimini, una palestra che portava il suo nome: due anni dopo il tribunale lo condannerà a 8 anni e 6 mesi di carcere.
Tra questi due “No Mas” Loris è stato tutto e il suo contrario, e Fabio De Santis ha cercato di racchiudere tutte queste infinite sfaccettature in un libro che, come richiesto dallo stesso Stecca, non fosse “la solita biografia, un coccodrillo, un elogio funebre” ma che avesse “la forma e la vitalità di una conversazione” e “la forza del vissuto”: sfogliando le pagine di No Mas si scorre quindi l’album della vita, anzi delle vite, di Stecca senza un ordine cronologico “ma inseguendo quasi i capitoli, i racconti quasi finiti”. Tutti pezzi di una esistenza “di cui ancora non si possono tirare le fila e su cui ancora Loris ha molto da costruire”.
Raccontando a De Santis i suoi primi 50 anni, il pugile ha preparato la strada per i 55 successivi (perché “io morirò a 105 anni”, è la premessa con cui si apre No Mas): una vita, l’ennesima di Stecca, che riparte dalla famiglia, dalla fede ritrovata e dal ritorno sul ring, ma come insegnante per gli avventori di uno stabilimento balneare – dove Loris non disdegna di lavare piatti o servire caffè in caso di necessità.
La vita pubblica di Loris Stecca riparte mercoledì 25 luglio, alla Feltrinelli di Largo Giulio Cesare a Rimini a partire dalle 18.30, quando il pugile parteciperà alla prima presentazione della sua biografia “No Mas – La mia vita” insieme all’autore Fabio De Santis, insieme a Cesare Trevisani.
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