Un viaggio iconico fatto di oltre 300 foto d'autore tutte nate da un incontro di Harari ogni volta diverso: pose e personaggi (echi di vicinanze: facce per un cazzotto o una carezza). Il tempo di un approccio-scatto profondo staccato dalla superficie di una persona. Cinquant'anni di lavoro fatto con l'occhio e diventato un mestiere dell'arte fotografica. E poi Guido Harari è un uomo simpatico capace d'infinita empatia. La mostra in sezioni racconta nei decenni il palco, l'altrove delle celebrità, il ritratto, per finire nel “fotografare i fotografi”. Infine “fotografia senza macchina fotografica” con la curatela di libri, copertine, dischi e biografie illustrate. Lungo l'esposizione c'è spazio per un occhio su Ferrara e un magico set fotografico dentro palazzo.
Interviste con Guido Harari e Vittorio Sgarbi