Essere senza destino - “Fateless” - è l'ironica tragedia divenuta normalità per un giovane ungherese israelita, Gyurka, esce vivo, ma segnato dentro, da Auschwitz a Buchenwald, nell'animo in fondo e nel fisico, ferito fuori.
L'adolescente non è altro che l'autore del libro autobiografico, Imre Kertesz, considerato scrittore proibito dal regime fino alla caduta del muro divenuto poi autore di culto e premio Nobel.
Lui (Imre/Gyurka) e il suo corpo cambiano aggrediti dalla prigionia come se convivessero, soltanto, nell'unica anima e la mente, poi, normalizza la barbarie creando una storia che ancora sopravvive 87 anni dopo l'illustre letterato universalmente riconosciuto dichiara: “non scrivo più, ho esaurito la spinta di quegli anni, non devo...”.
[Nel servizio l'intervista a Sergio Valentini, Responsabile Centro Sociale di Fiorentino]
fz
L'adolescente non è altro che l'autore del libro autobiografico, Imre Kertesz, considerato scrittore proibito dal regime fino alla caduta del muro divenuto poi autore di culto e premio Nobel.
Lui (Imre/Gyurka) e il suo corpo cambiano aggrediti dalla prigionia come se convivessero, soltanto, nell'unica anima e la mente, poi, normalizza la barbarie creando una storia che ancora sopravvive 87 anni dopo l'illustre letterato universalmente riconosciuto dichiara: “non scrivo più, ho esaurito la spinta di quegli anni, non devo...”.
[Nel servizio l'intervista a Sergio Valentini, Responsabile Centro Sociale di Fiorentino]
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