L’apertura dell’anno sociale del Soroptimist club di San Marino (presidente Giusi Ridolfi) si carica di potenti valori sociali e umanitari. Sabato sera, infatti, durante la consueta cerimonia, è stata presentata ufficialmente la “Fondazione Silvana Arbia”, che agirà da subito in Ruanda per salvare le bambine soldato.
La fondazione è stata voluta dal magistrato Silvana Arbia, che ha lavorato per quasi nove anni, fino al 2008, come procuratore e chief of prosecutions presso il Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda (I.C.T.R.) con sede a l’Aia. Silvana ha rappresentato l’accusa contro i responsabili del genocidio di un milione di persone di etnia Tutsi, massacrate nel giro di tre mesi, dall’aprile al luglio 1994 in quella martoriata terra d’Africa. A lei è andato il Premio per la pace 2013 del Soroptimist International Europa, destinato a personaggi che si sono distinti nel sociale, dietro la candidatura da parte del Soroptimist Club di San Marino, da sempre attivo in Ruanda per aiutare le donne e gli orfani.
Oggi, quel premio, tradotto in ventimila euro, è diventato il primo mattone di una fondazione che investe sul futuro dei bambini. La guerra infatti non è finita. Nella regione dei Grandi Laghi, guerriglieri e terroristi continuano a combattere servendosi anche di tantissimi minori. Spesso non solo per sparare, ma anche come oggetto di sfruttamento sessuale. Un fenomeno vastissimo e perverso, che nessuno riesce a fermare. Questi bambini sono soli, le istituzioni locali non intervengono.
“Non ha senso parlare di pace se non si limitano certe pratiche” ha detto Silvana Arbia nel corso della serata, durante la quale il Soroptimist di San Marino le ha conferito il titolo di “socia onoraria”.
Tutte le pratiche per la costituzione della fondazione sono state messe in atto dalle soroptimiste Antonella Bonelli e Francesca Mularoni. Alla presidenza è stata nominata Mara Verbena.
La fondazione, secondo gli intendimenti del magistrato, dovrà porsi innanzi tutto come sostegno alle famiglie, alle mamme in particolar modo, perché resistano di fronte alla violenza del rapimento dei figli. Lavorerà per una presa di coscienza collettiva affinché bambine e bambini diventino macchine da guerra. Oggi, la fondazione è ancora piccola, ma l’obiettivo è farla conoscere, sensibilizzare altre persone e altri club Soroptimist, perché ciascuno possa dare un contributo “se vogliamo che quei bambini diventino attori di pace”.
Comunicato stampa Soroptimist
La fondazione è stata voluta dal magistrato Silvana Arbia, che ha lavorato per quasi nove anni, fino al 2008, come procuratore e chief of prosecutions presso il Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda (I.C.T.R.) con sede a l’Aia. Silvana ha rappresentato l’accusa contro i responsabili del genocidio di un milione di persone di etnia Tutsi, massacrate nel giro di tre mesi, dall’aprile al luglio 1994 in quella martoriata terra d’Africa. A lei è andato il Premio per la pace 2013 del Soroptimist International Europa, destinato a personaggi che si sono distinti nel sociale, dietro la candidatura da parte del Soroptimist Club di San Marino, da sempre attivo in Ruanda per aiutare le donne e gli orfani.
Oggi, quel premio, tradotto in ventimila euro, è diventato il primo mattone di una fondazione che investe sul futuro dei bambini. La guerra infatti non è finita. Nella regione dei Grandi Laghi, guerriglieri e terroristi continuano a combattere servendosi anche di tantissimi minori. Spesso non solo per sparare, ma anche come oggetto di sfruttamento sessuale. Un fenomeno vastissimo e perverso, che nessuno riesce a fermare. Questi bambini sono soli, le istituzioni locali non intervengono.
“Non ha senso parlare di pace se non si limitano certe pratiche” ha detto Silvana Arbia nel corso della serata, durante la quale il Soroptimist di San Marino le ha conferito il titolo di “socia onoraria”.
Tutte le pratiche per la costituzione della fondazione sono state messe in atto dalle soroptimiste Antonella Bonelli e Francesca Mularoni. Alla presidenza è stata nominata Mara Verbena.
La fondazione, secondo gli intendimenti del magistrato, dovrà porsi innanzi tutto come sostegno alle famiglie, alle mamme in particolar modo, perché resistano di fronte alla violenza del rapimento dei figli. Lavorerà per una presa di coscienza collettiva affinché bambine e bambini diventino macchine da guerra. Oggi, la fondazione è ancora piccola, ma l’obiettivo è farla conoscere, sensibilizzare altre persone e altri club Soroptimist, perché ciascuno possa dare un contributo “se vogliamo che quei bambini diventino attori di pace”.
Comunicato stampa Soroptimist
Riproduzione riservata ©