22 titoli tra spettacoli in abbonamento, fuori abbonamento, rassegne oltre ad eventi collaterali. Un programma ricco di emozioni e qualità quello presentato della stagione teatrale 2024/2025. Offerta variegata e interdisciplinare sia per generi scelti che linguaggi. “La cultura è un sistema – afferma il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini – su cui continuiamo a lavorare e investire”.
"Ritengo e riteniamo - afferma Teodoro Lonfernini - che ogni risorsa impiegata per un aspetto di carattere culturale sia un grande investimento. In questo caso la nostra stagione teatrale lo è sempre stato per il nostro sistema, ha sempre potuto offrire un livello molto alto e quest'anno si ripropone, per cui sono sicuro che il lavoro che è stato svolto anche in questi ultimi mesi ci porterà chiaramente un effetto di gradimento molto alto".
Qualità artistica denominatore comune degli spettacoli, sottolineano gli Istituti Culturali. In programma attesi dibatti come “Matteotti anatomia di un fascismo” di Stefano Massini; “La Ferocia” dal romanza di Nicola Lagioia e “Non sentire il male – dedicato a Eleonora Duse”, che apre la stagione, interpretato da Elena Bucci. “Un calendario molto completo – aggiunge Vito Testaj, responsabile arti performative – ma con altre offerte che potranno essere aggiunte nel corso della stagione”.
"È un'offerta articolata proprio per dare soddisfazione a tutti quei segmenti di pubblico che ci seguono - aggiunge Paolo Rondelli, direttore Istituti Culturali - ma anche per attirarne altri con grandi classici e nomi famosi; oltre ad alcune offerte molto sfiziose e particolari".
Stagione caratterizzata anche da un cambio di ruoli all'interno degli Istituti Culturali con un doppio passaggio di consegne: Paolo Rondelli/Vito Testaj e Marilena Stefanoni con Ludovica Valli: "Abbiamo scelto di cambiare strada - afferma Polo Rondelli - un po' per raggiunti limiti di età, un po' per volontà personale. In corso di stagione avremo questa staffetta, io con Vito Testai e Marilena con Ludovica Valli, quindi questo sottolinea un po' un cambiamento, ma anche tante conferme, perché comunque la politica culturale e l'importanza della cultura come strumento di maturazione del pensiero critico per la comunità comunque vengono confermate".
Nel servizio le interviste a Teodoro Lonfernini (Segretario di Stato Cultura) e Paolo Rondelli (Direttore Istituti Culturali)