Tra autobiografia e romanzo, il racconto della vita nella provincia italiana e della cittadina di Cesenatico, è il cuore dell’ultimo libro di Sergio Barducci “Tra levante e Ponente”. Uno dei capitoli è dedicato alle radio libere, alla musica anni ’70 e ai suoi protagonisti. Eugenio Finardi è uno dei cantautori italiani più conosciuti e apprezzati. La su storia s’incrocia a lungo con la Romagna. Da bambino e adolescente trascorreva le vacanze estive a Cesenatico e negli anni ’70 ha abitato a Rimini. Venerdì ha tenuto un suo recital sul Titano e nell’occasione ha incontrato il giornalista Sergio Barducci autore del volume “Tra Levante e Ponente” (Minerva Edizioni pag 190, 12 euro).
Nel libro, ambientato lungo il Porto Canale di Cesenatico, luogo centrale nell’immaginario collettivo e della vita dei suoi abitanti, è dato ampio spazio al ricordo di artisti come Lucio Dalla, o Giulio Capiozzo, il grande batterista degli “Area”. Soprattutto, nel capitolo dedicato al fenomeno delle prime “radio libere”, Barducci ricorda proprio l’incontro avvenuto a Cesenatico con la band di Eugenio Finardi, poco prima di un loro concerto.
“Come buona parte dei miei coetanei in quegli anni, suonavo in un complesso e facevo il dj in radio e quando ieri ho incontrato Finardì abbiamo letto insieme le righe dedicate all’incontro di tanti anni fa – commenta Barducci – e commentato l’importanza per me e i miei amici della sua canzone “La radio” perché, esprimeva e raccontava il nostro modo di vivere la musica e proporla agli altri.
“Incontrammo casualmente in un bar di Cesenatico la sua band e loro accettarono di suonare live dalla nostra emittente. Una diretta senza fine, interminabile, dove loro fecero praticamente di tutto: parlarono, cantarono, suonarono completamente disinibiti e a loro agio. Terminata la trasmissione raggiunsero Finardi e iniziarono il loro concerto a Cesenatico. Una foto di un’Italia che forse non c‘è più, dove i rapporti erano più semplici e diretti. Ma che Finardi mi ha riportato alla memoria con la semplicità e la spontaneità di quegli anni, leggendo insieme la pagina dedicata a quella lontana diretta di Radio Cesenatico”.
Nel libro, ambientato lungo il Porto Canale di Cesenatico, luogo centrale nell’immaginario collettivo e della vita dei suoi abitanti, è dato ampio spazio al ricordo di artisti come Lucio Dalla, o Giulio Capiozzo, il grande batterista degli “Area”. Soprattutto, nel capitolo dedicato al fenomeno delle prime “radio libere”, Barducci ricorda proprio l’incontro avvenuto a Cesenatico con la band di Eugenio Finardi, poco prima di un loro concerto.
“Come buona parte dei miei coetanei in quegli anni, suonavo in un complesso e facevo il dj in radio e quando ieri ho incontrato Finardì abbiamo letto insieme le righe dedicate all’incontro di tanti anni fa – commenta Barducci – e commentato l’importanza per me e i miei amici della sua canzone “La radio” perché, esprimeva e raccontava il nostro modo di vivere la musica e proporla agli altri.
“Incontrammo casualmente in un bar di Cesenatico la sua band e loro accettarono di suonare live dalla nostra emittente. Una diretta senza fine, interminabile, dove loro fecero praticamente di tutto: parlarono, cantarono, suonarono completamente disinibiti e a loro agio. Terminata la trasmissione raggiunsero Finardi e iniziarono il loro concerto a Cesenatico. Una foto di un’Italia che forse non c‘è più, dove i rapporti erano più semplici e diretti. Ma che Finardi mi ha riportato alla memoria con la semplicità e la spontaneità di quegli anni, leggendo insieme la pagina dedicata a quella lontana diretta di Radio Cesenatico”.
Riproduzione riservata ©