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UMBERTO ORSINI: grandioso Inquistore al teatro di Dogana

29 nov 2014
UMBERTO ORSINI: grandioso Inquistore al teatro di DoganaUMBERTO ORSINI: grandioso Inquistore al teatro di Dogana
UMBERTO ORSINI: grandioso Inquistore al teatro di Dogana - Ci sono i cortocircuiti della fede, della ricerca della verità, dell'ipocrisia delle convenzioni. Pe...
Ci sono i cortocircuiti della fede, della ricerca della verità, dell'ipocrisia delle convenzioni. Perseguitato dal suo alter ego Umberto Orsini è “Il grande inquisitore” al teatro di Dogana.
Non una rivisitazione del monologo tratto da "I Fratelli Karamazov", ma una riscrittura scenica che attraversa Dostoevskij dal capitolo autonomo del romanzo.
La libertà minacciata dalla politica e dalla religione, la fede è in scena, un neon che stride.
La prima parte dello spettacolo è fisica. Il battito del cuore, una stanza asettica e Leonardo Capuano, che appare e scompare minaccioso e seducente in un atto senza parole. Un sublimarsi del conflitto fino a quando Orsini negli ultimi quindici minuti dello spettacolo pronuncia una TED Conference, una delle lezioni pubbliche via web tenute da personaggi illustri nel mondo che in 18 minuti pronunciano discorsi per veicolare idee ritenute degne di essere diffuse. Nel capitolo autonomo del romanzo, l'ateo Ivan racconta al fratello Aleksej di come un giorno Cristo, durante l'epoca dell'Inquisizione a Siviglia, torna sulla terra subito identificato dalla folla, ma fatto imprigionare dall'anziano Inquisitore che, pur riconosciutolo, gli rimprovera d'essere un eretico per aver messo gli uomini di fronte alla “libertà di scelta e al dubbio, fardelli troppo pesanti per esseri deboli, fragili, mediocri; e del pericolo che il suo ritorno rappresenta scompigliare l'ordine della Chiesa, faticosamente costruito nei secoli, che si è assunta la gravosa missione di regolamentare e dirigere la vita degli uomini”.
Finisce zittito dalla mano di un vescovo gli chiude la bocca mentre pronuncia l'oratoria finale.
VA

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