CAVEMAN è la storia di una gigante di marmo con le fattezze dell'autore, scolpito per 30 anni a 640 metri di profondita da Filippo Dobrilla, morto di tumore alcuni anni fa senza poter vedere il film. Nelle viscere delle Alpi Apuane (che si chiamano alpi anche se non lo sono) bianche di polvere di marmo invece della neve. Dobrilla, infatti, era speleologo per necessità d'autore divenuto scalpellino per forza e scultore per amore. Cercava la luce dell'arte al buio della cava nella ferita della grotta profonda centinaia di metri aveva posto la sua speranza di uomo e la vanità dell'artista. Lo sa bene il regista Tommaso Landucci che ha combattuto anche con il protagonista malato di tumore per il film approdato a Venezia 2021 sostenuto dal suo maestro, il premio Oscar James Ivory.
fz