Opera prima di Mauro Mancini che fa pensare al disprezzo per la vita del caso WILLY MONTEIRO DUARTE rovescio della medaglia sul tema: è giusto odiare chi odia? La storia inizia come sempre per caso. Un medico romano di nome SEGRE (Gassmann) su cui pesa ancora la Shoah, causa il papà dentista vessato durante la guerra dai nazifascisti, si macchia di una omissione di soccorso su un uomo gravemente ferito e morente tatuato con una grossa svastica sul petto insanguinato ( nastalgico fascista con famiglia e figli neonazisti) vittima di un pirata della strada. “NON ODIARE” significa comunque non amare e non perdonare fino alla fine a prescindere dal senso di colpa che tocca comunque vittima e carnefice, sempre, prima o poi. Simone, chirurgo e uomo solo, cercherà di aver cura della figlia maggiore del morto, Marica, (la prenderà a servizio e se ne invaghirà...) incontrando la disperazione e la desolazione del figlio minore accecato dal dolore, travestito di odio antiebraico nei suoi confronti. La domanda da porsi pensando alla cronaca dei nostri tempi rimane la stessa: si deve o si può non odiare?
fz