Un traguardo raggiunto al termine di un percorso lungimirante. Dal 1985, anno della sua nascita, l’Ateneo di San Marino ne ha fatta di strada: da “università di studiosi”, status dettato dalle esigenze di allora, a “università di studenti”, puntando sui master e su pochi ma mirati corsi di laurea. Una mossa azzeccata, ma – spiega il Rettore – abbiamo dovuto accettare ciò che l’Italia ci imponeva attraverso il paradigma del titolo congiunto e la presenza dei requisiti minimi per docenti e ricercatori sottoposti a concorso. Da ieri, però, cambia tutto, non c’è più alcuna dipendenza con lo Stato italiano: San Marino ora può aprire propri corsi di laurea. L’unico vincolo per la reciprocità è la pianificazione di curricula di studi che siano equipollenti a quelli di altre università italiane aderenti all’accordo, per avere più o meno lo stesso valore di crediti. Su questo fronte ci sono importanti novità in vista: si pensa già ad una facoltà di medicina tutta sammarinese.
Ma è soprattutto in chiave Parco scientifico-tecnologico che l’accordo potrà dare i frutti sperati attraverso la collaborazione dell’Università di San Marino con gli atenei dell’area, direttamente coinvolti: Urbino, Ancona e naturalmente Bologna. Il Titano, inoltre, avrà l'opportunità di competere alle gare di assegnazione dei fondi di ricerca messi a disposizione dall'unione Europea.
Nel video l'intervista al Rettore dell'Università degli Studi di San Marino, Giorgio Petroni.
Silvia Pelliccioni
Ma è soprattutto in chiave Parco scientifico-tecnologico che l’accordo potrà dare i frutti sperati attraverso la collaborazione dell’Università di San Marino con gli atenei dell’area, direttamente coinvolti: Urbino, Ancona e naturalmente Bologna. Il Titano, inoltre, avrà l'opportunità di competere alle gare di assegnazione dei fondi di ricerca messi a disposizione dall'unione Europea.
Nel video l'intervista al Rettore dell'Università degli Studi di San Marino, Giorgio Petroni.
Silvia Pelliccioni
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