“Qui c’è la storia della Repubblica”. Con queste parole il generale Rosolino Martelli, Comandante Superiore delle Milizie, ha dato il benvenuto alla Reggenza, in visita per la prima volta ai quartieri dei corpi militari. I Capi di Stato si sono soffermati sulla targa in pietra in onore dei volontari della Milizia Confinaria che hanno prestato servizio nel ‘44 durante il passaggio del fronte, e in ricordo dei componenti il Genio Pompieri, corpo volontario che svolse un’opera importantissima nello sminamento del territorio. Momento di raccoglimento anche davanti alla targa in memoria dei fratelli Casadei, caduti mentre svolgevano servizio nella Guardia Civica Ausiliaria.
La Reggenza ha molto apprezzato la lettura della formula del giuramento che impegna ogni componente della milizia a fedeltà alla bandiera. I Capi di Stato sono stati poi accompagnati nella visita ai quartieri della Milizia Uniformata e della Guardia del Consiglio; negli uffici del Comando Superiore, della Fureria e dell’Ispettorato Generale. L’attenzione si è spostata sui cimeli custoditi nell’atrio: dalle fotografie che rievocano il passaggio del fronte e l’arrivo in Repubblica degli sfollati, alla bandiera della milizia confinaria e ai documenti dei bandi di arruolamento di epoche diverse. Infine il dono da parte del comando superiore del testo del giuramento e l’invito da parte del Generale Martelli alle istituzioni affinché siano vicine ad una tra le più antiche e genuine tradizioni della Repubblica.
Monica Fabbri
La Reggenza ha molto apprezzato la lettura della formula del giuramento che impegna ogni componente della milizia a fedeltà alla bandiera. I Capi di Stato sono stati poi accompagnati nella visita ai quartieri della Milizia Uniformata e della Guardia del Consiglio; negli uffici del Comando Superiore, della Fureria e dell’Ispettorato Generale. L’attenzione si è spostata sui cimeli custoditi nell’atrio: dalle fotografie che rievocano il passaggio del fronte e l’arrivo in Repubblica degli sfollati, alla bandiera della milizia confinaria e ai documenti dei bandi di arruolamento di epoche diverse. Infine il dono da parte del comando superiore del testo del giuramento e l’invito da parte del Generale Martelli alle istituzioni affinché siano vicine ad una tra le più antiche e genuine tradizioni della Repubblica.
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