Vedo nero dall’alto dell’inquadratura e sul manifesto appeso al crepuscolo sulle vetrate alte del cinema Settebello: vedo nero e in trasparenza una farfalla rossa di Pina Bausch - le sue ballerine sono tutte farfalle, i ballerini fuchi, espressivi ma fuchi, mentre le scenografie di materia prima e le musiche occupano il buio perché ogni suono parla ed è il sogno di una cosa di Pina. A cominciare dalle musiche in parte ispirate e “sentite dentro” a/da Thom Hanreich: la prima traccia della colonna sonora è denominata su carta 1) PINA. Descrivere una composizione per balletto moderno e contemporaneo d’avanguardia (e così abbiamo classificato tutto come si deve…) è cosa possibile; si scrive da sé: archi bassi e tasti neri del piano violini romantici su rumori di gente lontana e acqua come se loro (bambini o morti) parlassero dall’aldilà poi una campana ridondante; martellante. Il film è un’apoteosi di terra, acqua scrosciante e corrente, in scena terra e fiume e mare così come nei filmati di Wim Wenders i ballerini si confondono con i paesaggi le erbe e le piante: tutti oggetti o cose di Pina Bausch. Ogni tanto si vede la maga/coreografa che dirige o accenna a una posa o un passo se non a una smorfia; comunque una delle sue piccole cose sempre davanti a un pubblico fino alla fine… e la sua è solo un inizio dopo il capolavoro di Wenders che sa di cinema come ogni realtà che si rispetti anche lui gira il sogno di una cosa smarrito in una musica a sua volta ascoltata coi sensi e soprattutto col tatto in sala al buio lavora l’unico senso che non è dislocato in un organo preciso per cui permette allo spettatore di toccare l’universo: (anche in 3D) sul nero puoi vedere Pina in trasparenza si muove sui vetri del Settebello da dentro…
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