Riduzione teatrale, interpretazione e regia, dopo i successi cinematografici, un CASTELLITTO a tutto campo sceglie Ferrara per tornare al palcoscenico con una storia: ZORRO che scruta i “Cormorani” (i conformisti delle regole visti da un clochard) è lui a “filosofare” sui passanti... ZORRO non ha maschera ma si nasconde lo stesso, ferito dalla vita (abbandonato e lasciato alla deriva dalla moglie, senza lavoro dopo un incidente) galleggia su se stesso nel mare degli altri: la strada. Per un senza dimora (non c'è prospettiva e il tempo si asciuga in un bicchiere dentro lo spazio ristretto di un cartone disteso): “la vita, è un giorno, uno solo dall'alba al tramonto, e amen...” - scrive MAZZANTINI, l'autrice. La dignità, no! Quella no, rimane nella “clownerie” dell'esistenza. Il dramma si fa commedia. Vita e teatro stanno su un unico proscenio di segni (igiene e buone maniere nei limiti del possibile per sopravvivere) e l'attore si fa cascare addosso il mondo, si trascina in testa il sipario, e lì sotto ci siamo tutti noi...
fz