Un’amara festa dei lavoratori, quella di domani 1° maggio, che nasce come momento di lotta internazionale e per affermare diritti che travalicano le frontiere. A su questo 1° maggio pesa, per il secondo anno, una crisi economica internazionale e interna a tutti i paesi, che nel caso di San Marino ha il duplice aspetto di crisi finanziaria e di sistema. Nel 2009, ricorda la Centrale Sindacale Unitaria, sono mille i lavoratori finiti in mobilità con un’ impennata di 400 licenziamenti nei primi mesi del 2010. Solo la federazione industria, il settore più colpito, ha dovuto affrontare 143 vertenze occupazionali per un totale di 432 lavoratori coinvolti e, nei primi 4 mesi del 2010, 45 casi di riduzione del personale che hanno lasciato senza lavoro altre 166 persone. Non a caso il lavoro al primo posto è lo slogan scelto dai sindacati, seguito da un lungo elenco di richieste alla politica e alle categorie economiche, dalla normalizzazione dei rapporti con l’Italia, la cui empasse sta incidente pesantemente sull’economia del paese, alla necessità di definire un progetto di sviluppo dell’economia, dal rafforzamento dello stato sociale alla difesa dell’occupazione e alla lotta al precariato. Ma la vicina Italia non sta meglio. A marzo il dato di disoccupazione è salito. Le persone in cerca di lavoro sono 2 milioni e 194mila, più 2,7% rispetto a febbraio e più 12% su marzo 2009. Le più penalizzate sono le donne, in Italia come a San Marino ma nel caso del nostro paese a pagare un prezzo molto alto sono anche i lavoratori italiani impiegati in Repubblica.
Myriam Simoncini
Myriam Simoncini
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