Falso in bilancio e ricorso fraudolento al credito, ma anche abuso d'ufficio per gli amministratori pubblici che hanno firmato lettere di patronage usate poi da Aeradria, la società che gestisce l'aeroporto di Rimini, come garanzie e annotate nei bilanci alla voce crediti per ottenere denaro dalle banche, in primo luogo da Cassa di Risparmio. L'indagine del nucleo di polizia tributaria, comandata dal maggiore Marco Antonucci della Guardia di Finanza, sulla gestione della società dello scalo "Federico Fellini" potrebbe arrivare a toccare tutti i soci dell'assemblea Aeradria che hanno approvato i bilanci di gestione ora oggetto di contestazione da parte della magistratura. L'inchiesta del sostituto procuratore Gemma Gualdi, quindi, che vede tra gli indagati per il reato di abuso d'ufficio (oltre che di concorso in falso in bilancio e ricorso fraudolento al credito) il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, il presidente della Provincia, Stefano Vitali, il presidente di Aeradria, Massimo Masini, i componenti del vecchio consiglio di amministrazione, potrebbe portare a nuove iscrizioni nel fascicolo in Procura. Sul versante della procedura fallimentare invece una nuova udienza è stata fissata dal Tribunale di Rimini il prossimo 24 ottobre dopo che la relazione del commissario giudiziale, nominato per vagliare il piano industriale di concordato, ha chiesto la revoca del concordato preventivo accordato in precedenza dai giudici riminesi. Nella relazione si mette in dubbio la possibilità di un rilancio della società. Annullata quindi l'assemblea dei creditori prevista per il 23 ottobre. E se da una parte Aeradria, forte di un rinnovato Cda ha già fatto sapere che presenterà un nuovo piano industriale che supera quello oggi preso in considerazione dalla relazione e che risale a molti mesi fa, dall'altra va da sé che la Procura tornerà a chiedere il fallimento della società.
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