Quali ricadute in ambito turistico, occupazionale ed economico può offrire un aeroporto? Una domanda alla quale, domani, darà una risposta l’architetto rumeno Catalin Dragomir, esperto nella progettazione di aerosuperfici. Nome noto nel settore, racconta di essere rimasto affascinato da San Marino osservandolo dai cieli. Qualche settimana fa è infatti decollato dall’aeroporto di Torraccia e sorvolando il Monte ha ravvisato similitudini geografiche con altre piccole realtà per le quali ha realizzato progetti. “Un’enorme opportunità per il paese in termini di sviluppo e di indotto diretto e indiretto”, sostiene da tempo l’Usot che sottolinea, tra l’altro, la possibilità di sganciarsi dal sistema turistico della riviera, rendendo la meta sammarinese più indipendente. “Unire l’aeroporto ad un vasto piano di rilancio incentrato sulla valorizzazione del centro storico e sulla creazione di attività collaterali – continua l’Unione Operatori Turistici – trasformerebbe il paese in una meta alla pari di altre destinazioni italiane ed europee. Senza dimenticare il turismo d’affari, che ha rappresentato un terzo del comparto e che sta attraversando oggi una fortissima crisi.” Domani Dragomir illustrerà i lavori precedentemente eseguiti e presenterà un’ipotesi di infrastruttura per San Marino nell’aera di Torraccia già destinata, come prevede il piano regolatore del ’92, a servizi di aerosuperficie. Il Prg prevede l'espansione di altri 400 metri, per un totale di 950. L'ampliamento è tuttavia ostacolato dai residenti, che denunciano pericoli e disagi alla vivibilità.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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