Il rapporto del Fondo Monetario Internazionale ha messo a nudo quello che già da tempo sapevamo. E purtroppo dobbiamo rimarcare che c’è uno scollamento tra la visione del mondo imprenditoriale, che da anni richiede specifici interventi in diversi settori, e quella della politica, che a parole dichiara di voler compiere qualche passo avanti, senza riuscire a portare avanti quelle soluzioni che, non da oggi, anche gli organismi internazionali ci dicono essere indispensabili.
Tra le molteplici proposte di intervento, il FMI ha ribadito la necessità di introdurre nuove e più coraggiose politiche fiscali e il Sistema IVA: da tempo ANIS va ripetendo che non si può più tergiversare. E invece la riforma tributaria è stata colpevolmente ritardata e anche con il passaggio dalla monofase all’IVA si è già perso un prezioso anno di tempo.
Lo stesso dicasi della lotta agli sprechi e dell’eccessivo peso economico della PA: anche il Fondo Monetario ha messo nero su bianco che c’è bisogno di porre in essere una seria riduzione della spesa pubblica e in particolare di abbassare il monte salari e stipendi della Pubblica Amministrazione sammarinese. Gli ispettori restano in attesa di vedere quali saranno in tal senso gli esiti della recente riforma della PA, noi continuiamo ad essere convinti che i provvedimenti adottati imprimeranno la svolta in termini di efficienza e riduzione dei costi, e temiamo che così lo Stato sarà costretto, in un futuro a breve termine, a fare tagli ben più drastici di quelli che potrebbe operare oggi.
È decisamente terribile, inoltre, lo scenario paventato dall’FMI, che prevede una crescita dell’indebitamento pubblico del nostro Paese addirittura al 30% del PIL nei prossimi 5 anni. L’impegno di pervenire per legge al pareggio di bilancio è un dato di fatto in tutta Europa. ANIS ha proposto un’Istanza d’Arengo per chiedere alla politica un’assunzione di responsabilità in questo senso e il risultato qual è stato? Bocciata l’Istanza!
Il settore manifatturiero sta soffrendo da anni ormai per cause esterne ed interne. La crisi internazionale, i tormentati rapporti con l’Italia, ma anche una eccessiva rigidità del mercato del lavoro e una gestione degli orari lavorativi inadeguata ad un Paese moderno stanno mettendo a dura prova anche le imprese più grandi o più robuste. ANIS ha proposto un’Istanza d’Arengo riguardante anche la produttività, bocciata malgrado il parere positivo del Governo, un altro messaggio altamente negativo che il Parlamento ha mandato al mondo dell’impresa.
Il Fondo Monetario ha specificato anche che sono necessarie ulteriori riforme per migliorare la flessibilità dell'economia e, citiamo testualmente dal report, “benché siano stati compiuti recentemente passi per ridurre le distorsioni del mercato del lavoro permangono ostacoli all’assunzione di lavoratori non residenti altamente qualificati. Inoltre, i regolamenti volti a diminuire i licenziamenti di personale in esubero ed il ruolo che svolge il settore pubblico come principale datore di lavoro ostacolano un’occupazione nel settore privato dettata dal mercato”.
Per l’FMI il futuro del settore manifatturiero, occorre dunque intervenire con convinzione per aumentare la competitività, ridurre i costi del lavoro, consentire alle aziende di selezionare il personale più idoneo a svolgere specifiche mansioni. Togliere lacci e legami che vincolano l’economia e impediscono al sistema di ripartire.
Intanto la politica pare essere più interessata a ricercare equilibri e nuove alleanze in vista di future elezioni. Siamo in ritardo su tutti i fronti, è indispensabile convogliare tutte le energie disponibili nella crescita, trovare un metodo di lavoro serio e coerente e fare sviluppo vero.
Invece ci si perde in riunioni, assemblee, discussioni, al termine delle quali non vengono messi in pratica i fatti.
Ma cosa stiamo aspettando?
Tra le molteplici proposte di intervento, il FMI ha ribadito la necessità di introdurre nuove e più coraggiose politiche fiscali e il Sistema IVA: da tempo ANIS va ripetendo che non si può più tergiversare. E invece la riforma tributaria è stata colpevolmente ritardata e anche con il passaggio dalla monofase all’IVA si è già perso un prezioso anno di tempo.
Lo stesso dicasi della lotta agli sprechi e dell’eccessivo peso economico della PA: anche il Fondo Monetario ha messo nero su bianco che c’è bisogno di porre in essere una seria riduzione della spesa pubblica e in particolare di abbassare il monte salari e stipendi della Pubblica Amministrazione sammarinese. Gli ispettori restano in attesa di vedere quali saranno in tal senso gli esiti della recente riforma della PA, noi continuiamo ad essere convinti che i provvedimenti adottati imprimeranno la svolta in termini di efficienza e riduzione dei costi, e temiamo che così lo Stato sarà costretto, in un futuro a breve termine, a fare tagli ben più drastici di quelli che potrebbe operare oggi.
È decisamente terribile, inoltre, lo scenario paventato dall’FMI, che prevede una crescita dell’indebitamento pubblico del nostro Paese addirittura al 30% del PIL nei prossimi 5 anni. L’impegno di pervenire per legge al pareggio di bilancio è un dato di fatto in tutta Europa. ANIS ha proposto un’Istanza d’Arengo per chiedere alla politica un’assunzione di responsabilità in questo senso e il risultato qual è stato? Bocciata l’Istanza!
Il settore manifatturiero sta soffrendo da anni ormai per cause esterne ed interne. La crisi internazionale, i tormentati rapporti con l’Italia, ma anche una eccessiva rigidità del mercato del lavoro e una gestione degli orari lavorativi inadeguata ad un Paese moderno stanno mettendo a dura prova anche le imprese più grandi o più robuste. ANIS ha proposto un’Istanza d’Arengo riguardante anche la produttività, bocciata malgrado il parere positivo del Governo, un altro messaggio altamente negativo che il Parlamento ha mandato al mondo dell’impresa.
Il Fondo Monetario ha specificato anche che sono necessarie ulteriori riforme per migliorare la flessibilità dell'economia e, citiamo testualmente dal report, “benché siano stati compiuti recentemente passi per ridurre le distorsioni del mercato del lavoro permangono ostacoli all’assunzione di lavoratori non residenti altamente qualificati. Inoltre, i regolamenti volti a diminuire i licenziamenti di personale in esubero ed il ruolo che svolge il settore pubblico come principale datore di lavoro ostacolano un’occupazione nel settore privato dettata dal mercato”.
Per l’FMI il futuro del settore manifatturiero, occorre dunque intervenire con convinzione per aumentare la competitività, ridurre i costi del lavoro, consentire alle aziende di selezionare il personale più idoneo a svolgere specifiche mansioni. Togliere lacci e legami che vincolano l’economia e impediscono al sistema di ripartire.
Intanto la politica pare essere più interessata a ricercare equilibri e nuove alleanze in vista di future elezioni. Siamo in ritardo su tutti i fronti, è indispensabile convogliare tutte le energie disponibili nella crescita, trovare un metodo di lavoro serio e coerente e fare sviluppo vero.
Invece ci si perde in riunioni, assemblee, discussioni, al termine delle quali non vengono messi in pratica i fatti.
Ma cosa stiamo aspettando?
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