Parziale, e temporaneo, dietrofront sulla tecnologia ultra-veloce che rivoluzionerà, almeno secondo gli esperti, il modo di comunicare e di vivere. San Marino mette in pausa l'idea del 5G su tutto il territorio per metterlo a disposizione, piuttosto, in un paio di zone da definire. Al momento nulla è certo, perché la decisione in proposito spetterà al consiglio di amministrazione della Public NetCo, società che si occupa della nuova infrastruttura.
Dal Governo confermano il percorso che si sta prendendo. Viste le polemiche e considerando che la rete di quinta generazione è in “fase di implementazione” nel mondo, si daranno priorità ad altre cose: l'idea è di limitarla a pochi siti, magari con meno abitanti, di sperimentare e di creare sul Titano il “core network” per gestire il 5G. Stiamo parlando del 'cervellone' che elabora i dati degli utenti, con ricadute positive, spiega chi si occupa della questione, in termini di controllo e di processo.
Prima di modificare i progetti, dovranno essere fatte delle valutazioni tecniche. Anche se la copertura totale del 5G per ora è rinviata, il compenso per la multinazionale Zte non cambierà: la realizzazione del core network ha infatti costi rilevanti, dicono dall'esecutivo. L'importo totale da destinare al colosso delle telecomunicazioni si aggira sui 12 milioni e mezzo di euro: sono compresi cinque milioni per la fornitura di servizi da spalmare in cinque anni. L'Azienda dei servizi, di recente, ha dato l'ok allo stanziamento di poco più di sei milioni di euro; 500mila euro sono stati invece già trasferiti a Zte per servizi forniti lo scorso anno. Per ora, quindi, l'obiettivo è coprire bene il territorio sammarinese con l'attuale standard 4G per poi, quando i tempi saranno maturi, aggiornare le reti con il protocollo del futuro.