Nel suo intervento di ieri – durante l'assemblea generale di ANIS – il segretario di Stato Simone Celli ha preferito tendere la mano agli industriali e guardare al futuro, anziché rispondere punto su punto alle critiche all'Esecutivo, snocciolate nella relazione di Stefano Ceccato. Servono riforme strutturali, ha detto il Presidente di ANIS, che tuttavia ha parlato anche di dati economici piuttosto incoraggianti, specialmente per il manifatturiero. Da qualche tempo, l'Associazione Nazionale Industria, ha avviato un'analisi sui dati di un primo campione di 76 imprese associate. Campione assai rappresentativo, in quanto il fatturato cumulato di queste aziende vale più dell'80% dei bilanci a disposizione di ANIS. Il quadro generale che emerge è positivo, non solo perché crescono i fatturati, ma anche perché la propensione all'investimento si è mantenuta costante nel triennio 2013-2015. Aumentata pure la patrimonializzazione, delle imprese esaminate; mentre è sceso progressivamente il livello di indebitamento, con una contemporanea lievitazione del monte stipendi e salari. "Le nostre aziende, insomma – ha ricordato Ceccato -, investono sia in macchinari e tecnologia, che in risorse umane".
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