Crescono i prezzi a San Marino. I dati di settembre, confrontati con quelli dello stesso mese dello scorso anno, registrano un 3,02% in più. La crisi pesa sui portafogli delle famiglie e sulle imprese che nell’ultimo anno hanno subito un forte calo: 347 in meno. Ad essere colpite, in maggior parte, le attività immobiliari, dell’informatica e dei servizi. 197 quelle che hanno chiuso i battenti. Ma soffrono anche le aziende che operano nel campo del commercio e le industrie manifatturiere. Tornando all’indice generali dei prezzi al consumo, cresce il costo di generi alimentari, bevande alcoliche e tabacchi, servizi sanitari, trasporti, spese per la casa, abbigliamento e calzature. Ma la fotografia scattata dal bollettino di statistica non è in linea con i dati del circondario. “Un segnale di grande gravità che desta preoccupazione”, rimarca Donatella Zanotti dell'Associazione Sportello Consumatori della CSdL. L’inflazione a Rimini si attesta sull’1,2%, questo significa che i prezzi all’ingrosso non sono aumentati. Eppure a San Marino si registra un incremento del 2%. “Qualcosa non va – continua la Zanotti - è il segnale di un’inflazione tutta interna. In pratica qualcuno alza i prezzi per guadagnarci. E’ un gioco sporco che non tiene conto delle difficoltà in cui versano le famiglie, piegate dalla perdita del lavoro”. Conferma l’Asdico, che giudica questo aumento assolutamente ingiustificato, soprattutto considerando la minor pressione fiscale. Il presidente Augusto Gatti punta il dito contro l’abbassamento della monofase. “L’avevamo detto che era inutile – dichiara – anzi, un danno per l’erario. Un espediente che favorisce il commercio ma non i consumatori”.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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