“Di fatto si torna alla tassa etnica; non cambia infatti la filosofia che vuole i lavoratori economicamente diversificati sulla base della residenza”. E' dura la valutazione del Consiglio Sindacale Interregionale, sul progetto di legge in materia di sviluppo economico, che il segretario di Stato Zafferani ha presentato alle parti nelle scorse settimane. Il documento è stato analizzato in occasione del recente Ufficio di Presidenza del CSIR San Marino-Emilia Romagna-Marche. Il punto maggiormente contestato è sempre lo stesso: l'aumento del 7% degli oneri contributivi per le aziende, in caso di assunzione di frontalieri. Una norma criticata, sul Titano, da associazioni imprenditoriali, sindacati ed opposizione; senza parlare della netta presa di posizione del deputato riminese Arlotti. “Il CSIR – si legge in una nota – non riesce a concepire come uno Stato, che si sta approcciando ad un accordo di associazione con l'UE, possa mettere in atto queste forme discriminatorie”. Ma l'organizzazione non si ferma qui, e ricorda come nello stesso progetto di legge non vi sia alcun accenno alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro per i frontalieri. “Questo percorso – sottolinea il CSIR – va assolutamente portato avanti, al fine di dare garanzie a chi contribuisce all'economia della Repubblica”. Da qui l'invito all'Esecutivo sammarinese a ripensare l'intervento in materia di lavoro frontaliero; in caso contrario si annunciano eventuali azioni per sensibilizzare e coinvolgere i lavoratori e i cittadini.
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