Dall'ingresso nel SEPA e nelle white list antiriciclaggio e fiscale, fino alle regolamentazioni su promotori finanziari e tassi di usura, passando per i rapporti con l'Italia sensibilmente cambiati, e in meglio, rispetto al 2010. Elementi di positività del 2014, di impegno costante sul versante del rafforzamento dei presidi a tutela della stabilità finanziaria che portano i Segretari Finanze ed Esteri a far quadrato intorno a Banca Centrale, ma che fanno il paio con dati economici di segno opposto o comunque indicatori di generale sofferenza del sistema bancario e creditizio. Si chiude con un utile netto di 50.143 euro, l'82% in meno sull'anno precedente. 7.416 milioni di euro il totale della raccolta del risparmio, in aumento dal 2013. Segno meno, invece, per gli impieghi lordi da clientela: 3.976 milioni di euro contro i precedenti 4.188 milioni. Sul fronte della voluntary disclosure – assicura il direttore Mario Giannini – al momento segnali molto blandi a parte una modestissima richiesta di liquidità da parte di qualche istituto. Per quanto la misura ci tocchi – si è detto – il clima entro il quale si colloca è completamente diverso da quello respirato con lo scudo fiscale. Rassicurazioni anche sull'ingente mole di crediti inesigibili delle banche, nell'ordine dei 155 milioni di euro: si tratta semplicemente di una valutazione – dicono in coro - che in quanto tale potrebbe alla fine rivelarsi più alta ma anche più bassa. Si spera tuttavia in una azione di recupero incisiva ma – concludono – ci vorranno anni per avere stime certe”. Chiarita, infine, anche la questione dell'autosospensione e successivo auto-reintegro dei tre membri del coordinamento di vigilanza: una decisione – spiega lo stesso Giannini che lo presiede - maturata dopo l'uscita dell'ordinanza emessa a marzo dal tribunale sull'inchiesta conto Mazzini che faceva riferimento proprio alla Vigilanza. “Ci siamo presi del tempo per riflettere – dice - si avvertiva l'esigenza di un momento chiarificatore che però in un mese con la magistratura non c'è stato. Infine, la notizia dei rinvii a giudizio, e a quel punto ci siamo sentiti di tornare”.
Nel video l'intervista a Renato Clarizia, presidente BCSM
Silvia Pelliccioni
Nel video l'intervista a Renato Clarizia, presidente BCSM
Silvia Pelliccioni
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