24 milioni in liquidità e 61 in PCT, Pronti Contro Termine, con titoli sottostanti di garanzia. E' il Consiglio per la Presidenza a svelare nel dettaglio le cifre relative alle risorse previdenziali allocate in Banca Cis, per un totale di 85 milioni di euro, senza considerare i 14 milioni di Fondiss.
L’entità dell’allocazione – precisano - è la conseguenza delle fusioni bancarie avvenute negli ultimi 10 anni, – lo ricordiamo - tra Credito Industriale Sammarinese, Banca Partner e nel 2013 Euro Commercial Bank, portando tutti i loro fondi a confluire in Cis. Somma che inizialmente era maggiore, ma nel tempo l'esposizione fu volutamente ridotta dal Consiglio per riequilibrare e diversificare il rischio – spiegano oggi - tra i vari istituti. Alla luce degli ultimi accadimenti, poi, ci si interroga sul reale stato di salute della banca, oggi come nel recente passato. “I dati forniti dal Cis nell’ultima asta per procedere all’allocazione delle risorse previdenziali, erano ottimi, - ricorda il Consiglio - in particolare il coefficiente di solvibilità indicato risultava superiore di oltre il 50% rispetto al limite previsto dalla legge. I dati venivano quindi trasmessi a Banca Centrale per essere verificati, senza che dall'istituto di Via del Voltone – specificano - venissero mai rilevate incongruenze in questi anni”.
“Come è stato possibile - si chiede ora l'organismo - che in soli tre mesi Banca Cis sia finita in crisi di liquidità quando gli ultimi dati forniti indicavano tutt'altro?” Attendono risposte, dunque, in considerazione – scrivono – di un Decreto Legge che il Governo ha emanato venerdì e che non soddisfa appieno le richieste di tutela avanzate in termini di garanzie reali.
Il Consiglio per la Previdenza chiede anche di avere notizie e dettagli circa l’eventuale uscita dalla banca di importanti somme che hanno determinato il blocco dei pagamenti, mentre alla sua richiesta di ritiro dei 24 milioni di euro, datata 16 gennaio, non è stato dato seguito; e ancora, quanta liquidità è uscita da inizio 2018 al 22 gennaio scorso; infine, una verifica della disponibilità dei titoli sottostanti ai 61 milioni di euro investiti in PCT.
L’entità dell’allocazione – precisano - è la conseguenza delle fusioni bancarie avvenute negli ultimi 10 anni, – lo ricordiamo - tra Credito Industriale Sammarinese, Banca Partner e nel 2013 Euro Commercial Bank, portando tutti i loro fondi a confluire in Cis. Somma che inizialmente era maggiore, ma nel tempo l'esposizione fu volutamente ridotta dal Consiglio per riequilibrare e diversificare il rischio – spiegano oggi - tra i vari istituti. Alla luce degli ultimi accadimenti, poi, ci si interroga sul reale stato di salute della banca, oggi come nel recente passato. “I dati forniti dal Cis nell’ultima asta per procedere all’allocazione delle risorse previdenziali, erano ottimi, - ricorda il Consiglio - in particolare il coefficiente di solvibilità indicato risultava superiore di oltre il 50% rispetto al limite previsto dalla legge. I dati venivano quindi trasmessi a Banca Centrale per essere verificati, senza che dall'istituto di Via del Voltone – specificano - venissero mai rilevate incongruenze in questi anni”.
“Come è stato possibile - si chiede ora l'organismo - che in soli tre mesi Banca Cis sia finita in crisi di liquidità quando gli ultimi dati forniti indicavano tutt'altro?” Attendono risposte, dunque, in considerazione – scrivono – di un Decreto Legge che il Governo ha emanato venerdì e che non soddisfa appieno le richieste di tutela avanzate in termini di garanzie reali.
Il Consiglio per la Previdenza chiede anche di avere notizie e dettagli circa l’eventuale uscita dalla banca di importanti somme che hanno determinato il blocco dei pagamenti, mentre alla sua richiesta di ritiro dei 24 milioni di euro, datata 16 gennaio, non è stato dato seguito; e ancora, quanta liquidità è uscita da inizio 2018 al 22 gennaio scorso; infine, una verifica della disponibilità dei titoli sottostanti ai 61 milioni di euro investiti in PCT.
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