Il momento è difficile per tutti. Le banche sono in sofferenza per una serie di ragioni ben note, le imprese in stallo per gli effetti della crisi economica che sta attraversando tutti i Paesi, quelli europei in particolare. Gli esperti la definiscono una fase di stagnazione. La necessità di contenere i rischi di insolvenza, le regole più stringenti e il calo di liquidità, hanno costretto gli istituti di credito a rivedere le politiche di affidamento con la conseguenza del calo negli impieghi. Un atteggiamento di prudenza che nei fatti genera conseguenze sul sistema economico in generale. “Per le imprese è meno facile ottenere prestiti, leasing o altri finanziamenti”, commenta il Presidente degli industriali, Paolo Rondelli, che afferma di non conoscerne le ragioni ma di registrarne gli effetti. “Per molte imprese – aggiunge Rondelli – arrivano anche le richieste di rientro dai prestiti già ottenuti, e questo crea ulteriori apprensioni in un momento già difficile e complicato”. L’Europa è in stallo di crescita, la domanda è in calo come la propensione generale di spesa, crescono invece le insolvenze e le aziende dilazionano i pagamenti. I fattori che rallentano la ripresa sono molteplici e le capacità di investimento non possono che diminuire.
Nel video l'intervista a Pio Ugolini, segretario UNAS.
Sergio Barducci
Nel video l'intervista a Pio Ugolini, segretario UNAS.
Sergio Barducci
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