Entrate e uscite si bilanciano. Merito, per il direttore generale della crescita della produzione. Più 15 % in quelle attività specialistiche per le quali era più frequente il ricorso all’ esterno, soprattutto ortopedia e cardiologia. Aumentano le entrate, del 20% , perché vengono a curarsi in territorio più cittadini esteri. Funziona meglio anche il recupero somme per le prestazioni sanitarie. Un bilancio che tiene conto dell’ inserimento delle attività correlate alla disabilità come il colore del grano. L’ ospedale è cresciuto – dice Pasini – ma nel 2010 ci sarà una situazione diversa. Con l’ incremento della spesa farmaceutica dovuto soprattutto all’ ingresso di nuovi medicinali specifici e più costosi. Nota positiva, per la Consulta, il ricorso minore verso strutture estere. Ma non bisogna abbassare la guardia. È importante – dice Libero Barulli - mantenere costante la spesa sanitaria pro capite, di 1707 euro. Potenziare i servizi territoriali in quei centri cresciuti di più; aumentare quelli ai nuclei con famigliari non autosufficienti. Ma restano dei nodi da sciogliere. Anche loro rientrano nei rapporti bilaterali: la convenzione del ’74 sulla quota sanitaria frontalieri da girare all’ Italia. la Direzione ha inviato un promemoria ai due ministeri competenti. Ma Barulli denuncia anche il fenomeno inverso: una notevole quantità di assistiti, residenti in territorio, che lavorano in Italia, che usano i servizi sanitari senza pagarli.
Giovanna Bartolucci
Giovanna Bartolucci
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