Il confronto e la concertazione sono “l'unica strada possibile” per dare risposte al Paese, afferma la Centrale sindacale unitaria dopo il direttivo. Lancia un monito alle forze politiche in vista delle elezioni. Se “vogliono tornare al metodo del comando”, avverte, porteranno San Marino “allo sfascio”.
Il bilancio è stato al centro della riunione. Un giudizio negativo arriva sul ritiro dell'articolo 12 del testo relativo all'anagrafica dei debitori delle banche. Durante i lavori del Consiglio è emerso che è stato tolto in attesa di verifiche della sua compatibilità con normative europee. Non si tratta, proseguono i sindacati, di “demonizzare singoli debitori, ma introdurre regole stringenti” per trasparenza dell'attività bancaria e vigilanza, con una Centrale rischi. Il direttivo si è anche focalizzato sull'articolo 22 relativo al tavolo “quadripartito”.
Lunedì si aprirà la campagna elettorale. “Dopo 40 giorni di discussione”, dichiarano i sindacati, sono emersi “distinguo e fibrillazioni” sul fronte politico, in “larga misura ascritti a calcoli e convenienze” legati al suo avvio imminente. La Csu si sofferma poi su punti del bilancio per i quali sostiene di aver svolto un “ruolo determinante”, come il maggiore impegno per recuperare i crediti vantati dallo Stato, il potenziamento dei controlli fiscali, l'elevazione della quota esente nella rivalutazione delle rendite catastali e gli stanziamenti per il fondo pensioni.
Nel servizio, le interviste a Giuliano Tamagnini (segretario generale Csdl) e a Gianluca Montanari (segretario generale Cdls)