
Un gruppo di soci dell’Ente Cassa di Faetano lancia l’allarme sulla possibile cessione del pacchetto di maggioranza della Banca di San Marino a un investitore straniero. In vista dell'assemblea dei soci convocata per il prossimo 12 aprile, il Comitato Soci ECF per l’indipendenza di BSM invita a riflettere sulle conseguenze di una decisione che, a loro dire, metterebbe a rischio la sovranità economica del Paese.
"La Banca di San Marino rappresenta l’ultimo baluardo del sistema di credito cooperativo", sottolineano i promotori dell'iniziativa, ricordando il ruolo svolto dall'istituto in oltre un secolo di storia come banca popolare al servizio della comunità. "Banca del territorio, per il territorio, controllata da una fondazione che conta oltre 450 soci cittadini sammarinesi", precisano.
Il punto critico è la proposta di eliminare il vincolo che impone all’Ente Cassa di Faetano di detenere almeno il 51% del capitale della Banca, condizione che ha finora garantito all’Ente un ruolo di controllo a tutela dell’interesse collettivo. "Con questa scelta si relegerebbe l’Ente a un ruolo marginale, aprendo la strada a speculazioni esterne", avvertono i soci, preoccupati anche dalla tempistica della possibile cessione, proprio mentre San Marino si avvicina a un accordo di associazione con l'Unione Europea.
Il Comitato propone di evitare una vendita affrettata e di ricorrere invece a un "finanziamento soci remunerativo, con scadenza a cinque anni", che consentirebbe di guadagnare tempo per trovare un investitore di alto livello. "Banca di San Marino non ha mai usufruito di aiuti di Stato e in 100 anni di attività ha sempre garantito sostegno a famiglie e imprese", ricordano, chiedendo attenzione e supporto alla politica, all'economia e all'intera società sammarinese.
Concludono con un appello: "La sovranità di San Marino passa anche dall’indipendenza del suo sistema bancario e finanziario".