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Camera di Commercio, il settore più in salute è il manifatturiero

16 ott 2008
Operaie
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I dati del 2007 sono positivi, anche se dovranno poi essere valutati alla luce dell’anno in corso: quello del terremoto finanziario mondiale. Il fatturato totale delle 3.680 società operanti in territorio, è comunque incrementato dell’8% lo scorso anno; l’utile netto del 3%. Numeri che in altri tempi avrebbero fatto sorridere; “ma ora – ha sottolineato il presidente di Camera di Commercio Simona Michelotti – non vi sono più certezze”.
Il settore dei servizi è quello che conta il più alto numero di imprese: oltre 2.000. Ma la Michelotti ha fatto notare che in media queste società contano un solo dipendente: anomalia che deve fare riflettere sulla loro reale consistenza. Il settore più in salute resta quello manifatturiero, che impiega il 44% dei lavoratori e versa al fisco il 48% del totale delle imposte; segnali di sofferenza dal commercio e da ristoranti e alberghi. Il 66% del totale delle società ha comunque chiuso i bilanci con un utile.
La Michelotti ha poi chiesto al mondo della politica stabilità ed efficienza per affrontare il difficile momento attuale. Un invito raccolto dagli esponenti dell’esecutivo. “Il bilancio dello stato, dopo i 192 milioni di passivo del 2001 è ora in salute”, ha affermato il Segretario alle Finanze Macina. “Dobbiamo continuare a fare sistema puntando su progetti quali il Polo Tecnologico, la San Marino Card, l’Università”.
Il Segretario di Stato Masi si è innanzitutto congratulato con la Camera di Commercio per il lavoro svolto, giudicando ingenerose le critiche mosse dalla Compagnia delle Opere. Ha poi preso atto dei buoni dati del 2007, sottolineando che la politica può fare di più: investire maggiormente nelle infrastrutture, nel sostegno all’economia, stabilizzare i rapporti con l’Italia. “Saranno queste – ha concluso – le sfide per il prossimo esecutivo, qualunque esso sia”. Tutti, infine, hanno preso atto che sarà il prossimo rapporto, quello relativo all’anno 2008, a contare davvero. E’ lì, infatti, che si capiranno le vere capacità di reazione dell’imprenditoria sammarinese.

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