Logo San Marino RTV

CGIL Rimini: infortuni sul lavoro in calo ma sul dato incidono gli effetti della crisi

17 set 2010
CGIL Rimini: infortuni sul lavoro in calo ma sul dato incidono gli effetti della crisiCGIL Rimini: infortuni sul lavoro in calo ma sul dato incidono gli effetti della crisi
CGIL Rimini: infortuni sul lavoro in calo ma sul dato incidono gli effetti della crisi
Diminuscono per il secondo anno consecutivo gli infortuni sul lavoro nella Provincia di Rimini: 7.837 quelli registrati nel 2009, il 13,5% in meno dall’anno precedente. In linea con la tendenza nazionale. “Il dato, seppur positivo - spiega il segretario generale della Cgil riminese, Graziano Urbinati – appare comunque falsato dal fatto che a calare sono anche le ore lavorate, proprio a causa della crisi economica”. Significativi i numeri della cassa integrazione: si passa da 420mila a quasi 3 milioni di ore. Va da sé che lavorare meno, rende meno esposti agli infortuni. Tuttavia ogni giorno ne vengono denunciati 22, “troppi” – commenta Urbinati con preoccupazione. Le morti bianche passano da 8 a 7. I decessi in Provincia sono spesso dovuti a incidenti in itinere cioè nel tragitto casa-lavoro o lavoro – luogo di pausa pranzo. Il settore di attività con una flessione maggiore di infortuni è il manifatturiero, più tenue la contrazione nelle costruzioni, contenuta nel tessile, quasi costante nell’alimentare, probabilmente il meno colpito dalla crisi; in controtendenza, nel terziario, l’insieme dei servizi pubblici con l’11% in più di infortuni denunciati. Si conferma a rischio la categoria dei lavoratori stranieri con 1635 infortuni, il 20% del totale. I dati - sottolinea il sindacato - non contemplano tra l'altro l’incidenza del lavoro nero, fin troppo radicato sul territorio riminese.
Formazione e informazione sono i canali determinanti, secondo la CGIL, per tutelare la salute di chi lavora. Per questo è stato attivato un servizio di informazione, e insieme a CISL e UIL anche corsi nelle scuole; prevista inoltre una specifica formazione per i responsabili della sicurezza. La CGIL infine non risparmia critiche al Governo italiano, "reo di non investire in sicurezza perché ritenuto troppo oneroso. Il 40% delle risorse, tra l’altro, viene destinato in campagne d’informazione di tipo mediatico, e non direttamente sui luoghi di lavoro. A ciò si aggiungono le penali dimezzate per i datori di lavoro inosservanti della legge e la volontà di promulgare un ddl per eliminare il registro degli infortuni che avvengono in azienda".

s.p.

Riproduzione riservata ©