Capiscono le ragioni del Governo, di voler portare a Washington la ¬riforma fiscale adottata dalla Commissione Finanze, ma non comprendono l'accelerazione che si è voluto imprimere penalizzando il confronto tecnico al quale avevano portato il loro contributo fattivo. L'ordine dei Commercialisti non nasconde la contrarietà per il metodo e manifesta forti perplessità sulla portata dell'intervento normativo. Una riforma che a loro parere moltiplica le imposte anziché semplificare l'impianto fiscale. Ritengono produca una maggiore pressione fiscale solo su imprese e liberi professionisti, e prevedono non porterà i benefici auspicati sul gettito. “E' una riforma – afferma il Presidente, Marino Albani - che non assicurerà equità tra le categorie di contribuenti e che dimostra, ancora una volta, i limiti di autonomia e determinazione della politica sammarinese”. Un giudizio severo, a cui si aggiunge il rammarico della sfumata possibilità di arrivare ad un testo Unico dell'Imposta Generale sui Redditi. I commercialisti concordano sulla ventilata introduzione dell'IVA e ricordano i ripetuti appelli lanciati proprio dal loro Ordine. Lo avevano indicato come un provvedimento necessario per combattere le truffe “carosello e per scongiurare la black list. Mettono in evidenza gli effetti positivi che porterà sul Bilancio dello Stato e per l'integrazione europea, anche se lo definiscono “un provvedimento tardivo”. Il Presidente Albani tocca anche la questione dlela firma degli accordi con l'Italia, mettendo in evidenza l'appello che l'Ordine rivolge al Segretario agli Esteri, per conoscere la data della sottoscrizione, ricordando che si era data per certa all'inizio di quest'anno e che la situazione economica e sociale si sta rapidamente degradando. “Una situaizone - conclude - che già non è più sostenibile da tempo”.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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