Chiedono forze nuove e dinamiche, incarichi a termine, regole statutarie diverse, invocano un modo più vigoroso di fare e vivere il sindacato. Soprattutto ribadiscono di essere una corrente interna alla Csdl e di non aver alcuna intenzione di creare un altro sindacato. "Il nome "Rinnovamento e trasparenza" - spiegano gli esponenti - rimanda al rinnovamento dei metodi, dello spirito e degli incaricati politici, nonché alla trasparenza riguardo obiettivi, rapporti interni ed esterni. Il nostro unico scopo - affermano - è la massima tutela di lavoratori e pensionati". Attaccano duramente i metodi con i quali vengono imposte a colpi di maggioranza le decisioni e non condividono molte delle scelte fatte. Accusano inoltre la Csdl di una possibile e apparente contiguità con i poteri forti del paese. "La Confederazione sindacale del Lavoro - spiegano - sembra non avere più a cuore la tutela dei lavoratori quanto il mantenimento dello status quo". Temono anzi che chi non ha lavoro o è precario non venga difeso adeguatamente: "Alcune categorie - spiegano - tendono a disporre a scapito di altri, facendo il buono e il cattivo tempo. Abbiamo chiesto un incontro con il segretario per discutere di riorganizzazione dei nostri organismi interni, ma non abbiamo ricevuto risposte soddisfacenti. Addirittura - si rammaricano - ci è stato vietato di presentarci nella nostra sede. Questo non è un esempio di democrazia". Ma guai ad accusarli di condurre una battaglia legata alla dirigenza. "La nostra - spiegano - è una battaglia di opinione, per avere regole del lavoro per i lavoratori. Non vogliamo essere mescolati con scelte che non condividiamo". La nuova corrente dichiara di avere avviato la raccolta firme e di avere ricevuto l’appoggio anche di chi aveva perso la fiducia nel sindacato e non ne era più iscritto.
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