La Csu chiede la sospensione del Decreto 'Salva Banche', la cui ratifica è prevista in questa sessione consiliare e lo fa con una lettera al Governo e tutti i Consiglieri, unita alla richiesta di aprire un confronto sullo stato del sistema bancario. “Dobbiamo purtroppo prendere atto - rimarca il sindacato - dello strano ed imbarazzante silenzio della politica tutta rispetto ai contenuti di questo Decreto Legge”.
Dito puntato sull’ambito di applicazione delle norme previste dal Decreto, “retroattive fino a 10 anni, - riporta la nota - che ricomprende quindi tutte le operazioni di salvataggio dal 2009 ad oggi, estendendo i benefici in maniera insostenibile”. CSdL e CDLS ritengono inoltre discutibile quanto previsto sull’acquisizione di attività, passività o pacchetto azionario di controllo di banche anche in liquidazione coatta amministrativa: “se può avere un senso l’intervento pubblico in caso di amministrazione straordinaria per consentire il rilancio dell’azienda, - sostengono - francamente non si comprende a cosa serva quando la banca è già in liquidazione”. Ulteriori criticità riguardano infine, per la Csu, “la delega “in bianco” di fatto concessa a Banca Centrale per attivare forme di finanziamento in favore di soggetti vigilati anche in regime di amministrazione straordinaria o - incredibilmente - in liquidazione. Inaccettabile – concludono - “bypassare, grazie al Decreto, il necessario confronto con le forze sociali e il Consiglio rispetto ad un indebitamento di fatto del Paese con non meglio identificati soggetti appartenenti al “mercato internazionale dei capitali”.
Dito puntato sull’ambito di applicazione delle norme previste dal Decreto, “retroattive fino a 10 anni, - riporta la nota - che ricomprende quindi tutte le operazioni di salvataggio dal 2009 ad oggi, estendendo i benefici in maniera insostenibile”. CSdL e CDLS ritengono inoltre discutibile quanto previsto sull’acquisizione di attività, passività o pacchetto azionario di controllo di banche anche in liquidazione coatta amministrativa: “se può avere un senso l’intervento pubblico in caso di amministrazione straordinaria per consentire il rilancio dell’azienda, - sostengono - francamente non si comprende a cosa serva quando la banca è già in liquidazione”. Ulteriori criticità riguardano infine, per la Csu, “la delega “in bianco” di fatto concessa a Banca Centrale per attivare forme di finanziamento in favore di soggetti vigilati anche in regime di amministrazione straordinaria o - incredibilmente - in liquidazione. Inaccettabile – concludono - “bypassare, grazie al Decreto, il necessario confronto con le forze sociali e il Consiglio rispetto ad un indebitamento di fatto del Paese con non meglio identificati soggetti appartenenti al “mercato internazionale dei capitali”.
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